di Mimmo Famularo – Può lasciare il carcere per tornare ai domiciliari Giancarlo Pittelli. Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha infatti accolto l’istanza di scarcerazione presentata dai legali dell’ex parlamentare di Forza Italia, gli avvocati Salvatore Staiano e Guido Contestabile, che avevano chiesto una misura cautelare meno afflittiva per il loro assistito. Pittelli si trovava detenuto nella casa nella casa circondariale “Giuseppe Panzera” di Reggio Calabria dallo scorso 19 ottobre quando è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Malapigna” contro la cosca Piromalli. E’ accusato dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria di essere una sorta di “faccendiere” e di “postino” della ‘ndrangheta. Secondo gli inquirenti avrebbe contribuito pur non facendone formalmente parte “al rafforzamento, alla conservazione e alla realizzazione degli scopi” della ‘ndrangheta (LEGGI QUI).
La difesa di Pittelli
La difesa di Pittelli
Accuse che Pittelli aveva rispedito al mittente nel corso dell’interrogatorio di garanzia al quale si è sottoposto rispondendo per quattro ore alle domande dei pm. In particolare, l’ex parlamentare ha sostenuto che il suo rapporto con Rocco Delfino, uno dei principali indagati dell’inchiesta, era di tipo esclusivamente professionale. Contestate le dichiarazioni rese nei suoi confronti dal collaboratore Cosimo Virgiglio e dal giudice Marco Petrini che lo aveva accusato di voler sistemare un processo a Catanzaro. Per Pittelli sono fatti già oggetto di indagine da parte della Procura di Salerno che ha archiviato la sua posizione dopo la ritrattazione dello stesso Petrini. A sostegno di quanto dichiarato dal penalista catanzarese, la difesa aveva anche prodotto la missiva di Piromalli che Pittelli ha mostrato a Delfino. Una lettera che, secondo gli avvocati, smonterebbe una delle principali tesi accusatorie e cioè il ruolo di presunto “postino” o presunto “portavoce” della ‘ndrangheta.