Maltrattamenti in un canile lager nel Reggino, indagate 17 persone

Gli indagati devono rispondere tra le varie accuse di abuso di ufficio in concorso, maltrattamento di animali in concorso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso

I carabinieri della Compagnia di Locri  hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari, emesso della Procura della Repubblica presso il Tribunale della cittadina del reggino, nei confronti di 17 persone coinvolte a vario titolo nella gestione del canile “Dog Center S.A.S. di Tedesco Leonzio”, situato nel Comune di Sant’Ilario  per una superficie di circa 9.000 mq. Gli indagati devono rispondere di abuso di ufficio in concorso, maltrattamento di animali in concorso, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in concorso, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio in concorso, malversazione a danno dello Stato in concorso, violenza o minaccia a pubblico ufficiale e violazione dei sigilli.

Le indagini

Le indagini

Gli indagati, secondo l’accusa, in concorso tra loro e con ruoli diversi, sarebbero responsabili di varie condotte “omissive e attive, al fine di sottoporre i cani ospitati, a sevizie e maltrattamenti in completo disprezzo degli obblighi e delle normative previste, causandone finanche la morte, conseguendone un ingiusto profitto”. La complessa e articolata attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri,  è stata avviata dai Carabinieri della Stazione di Siderno in sinergia con i militari del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Reggio Calabria, con il supporto di personale del Servizio Veterinario dell’ASP di Catanzaro, a seguito di una denuncia sporta da un’associazione a tutela dei diritti degli animali nell’estate del 2019. Dall’inchiesta sarebbe emersa una serie di irregolarità di rilievo penale sia nello smaltimento deli rifiuti che delle acque reflue, con significativi danni all’ambiente, sia per quanto concerne il maltrattamento degli animali ospitati nella struttura, sequestrata nel maggio dello scorso anno. Nello specifico, è emerso che le carcasse degli animali deceduti erano custodite all’interno di contenitori in plastica e messe in una cella frigo non funzionante. Diversi cani erano affetti da malattie della pelle, deperimento, piaghe purulenti e importanti ferite da morso, causate durante gli scontri con altri animali in box angusti, senza criteri di valutazione comportamentale. I cani non erano sterilizzati e sarebbe emerso anche l’utilizzo fraudolento dei chip identificativi.

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