Mancato potenziamento terapie intensive a Locri e Polistena, indaga la Procura di Reggio

medici cubani polistena

E’ incentrata anche sul mancato potenziamento delle terapie intensive e semi-intensive negli ospedali di Locri e Polistena l’inchiesta originariamente avviata dalla Procura di Reggio Calabria sull’Azienda sanitaria provinciale per il mancato tracciamento dei pazienti positivi al Covid. Sull’inchiesta c’è il massimo riserbo da parte degli inquirenti. Di certo c’è che nei giorni scorsi, gli investigatori si sono presentati negli uffici dell’Asp di Reggio Calabria per acquisire tutta documentazione utile a capire cosa non ha funzionato nella gestione della pandemia.

Sulla scrivania dei magistrati è finito anche il documento di “Riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19” redatto dal Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie della Regione Calabria e approvato dall’allora commissario ad acta Saverio Cotticelli con il decreto 91 del 18 giugno 2020. Quel documento prevedeva per gli ospedali di Locri e Polistena un aumento totale di 14 posti di terapia intensiva e 10 di semi-intensiva. Posti che si sarebbero dovuti aggiungere a 22 già esistenti. A parte i carteggi tra i vari enti, acquisiti dagli investigatori, i pm adesso vogliono verificare le ragioni per le quali le procedure di aumento dei posti letto e di assunzione del personale medico e paramedico per cinque mesi sono rimaste ferme. L’inchiesta potrebbe adesso allargarsi a tutto il mondo della sanità reggina. Un filone d’indagine, infine, riguarderebbe le Unità speciali di continuità assistenziali, le cosiddette Usca, che dovevano servire per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. Nonostante, con un decreto del 29 marzo 2020, l’allora presidente della Regione Jole Santelli le avesse istituite, con parere favorevole del commissario Cotticelli, sembrerebbe che le Usca non siano mai partite all’Asp di Reggio Calabria.

Sulla scrivania dei magistrati è finito anche il documento di “Riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19” redatto dal Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie della Regione Calabria e approvato dall’allora commissario ad acta Saverio Cotticelli con il decreto 91 del 18 giugno 2020. Quel documento prevedeva per gli ospedali di Locri e Polistena un aumento totale di 14 posti di terapia intensiva e 10 di semi-intensiva. Posti che si sarebbero dovuti aggiungere a 22 già esistenti. A parte i carteggi tra i vari enti, acquisiti dagli investigatori, i pm adesso vogliono verificare le ragioni per le quali le procedure di aumento dei posti letto e di assunzione del personale medico e paramedico per cinque mesi sono rimaste ferme. L’inchiesta potrebbe adesso allargarsi a tutto il mondo della sanità reggina. Un filone d’indagine, infine, riguarderebbe le Unità speciali di continuità assistenziali, le cosiddette Usca, che dovevano servire per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero. Nonostante, con un decreto del 29 marzo 2020, l’allora presidente della Regione Jole Santelli le avesse istituite, con parere favorevole del commissario Cotticelli, sembrerebbe che le Usca non siano mai partite all’Asp di Reggio Calabria.

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