“Io sono qui per dire con voi basta alla guerra. La guerra è una pandemia, una malattia che porta via i giovani, una fabbrica di dolore e di profughi. Noi vogliamo restare umani, sentirci fratelli. Ogni guerra è un fratricidio, questo lo è ancora di più. Coraggio operatori di pace, chiediamo con forza che il conflitto termini e, perché no?, diamoci da fare anche qui a costruire una fraternità più vera interrompendo quelle battaglie che anche qui ci impediscono di essere una vera comunità”. Lo ha detto l’arcivescovo di Crotone Santa Severina intervenendo alla manifestazione contro la guerra in Ucraina che si è tenuta questa sera in piazza della Resistenza, a Crotone, presente anche il sindaco della città, Vincenzo Voce. Davanti al municipio illuminato con i colori giallo e blu della bandiera ucraina, si sono ritrovate centinaia di persone tra cui molti cittadini ucraini che risiedono a Crotone. Una manifestazione silenziosa nella quale hanno pesato soprattutto le parole cariche di emozione di padre Vasyli, parroco della comunità ucraina a Crotone: “Voi non siete solo amici, voi siete dei fratelli. Anzi siete più che fratelli visto che quelli che dicevano di essere nostri fratelli oggi ci sparano. Quello che fate per noi è fraternità”.
“Avere la vostra solidarietà è importante”
“Avere la vostra solidarietà è importante”
“Oggi – ha proseguito il parroco – sentiamo un grande abbraccio da parte vostra, un abbraccio che noi sentiamo qui già da anni e che oggi diventa fraterno. Avere la vostra solidarietà è importante. Per noi non sono giorni facili. All’inizio abbiamo pianto, oggi vogliamo fare qualcosa per aiutare i nostri parenti in Ucraina attraverso delle raccolte. Noi ucraini non vogliamo la guerra. Il nostro è un paese che rispetta tutti. Mi dispiace che muoiano i nostri ragazzi ma anche i giovani russi perché gli uni e gli altri potevano far crescere il loro paese e fare il bene del mondo: perché le mamme russe non vanno a fermare questa guerra come fanno le mamme ucraine?”. “Siamo in ansia – dice Tety, una delle tante persone presenti alla manifestazione – ogni mattina cerchiamo notizie. Scriviamo ai nostri familiari che sono in Ucraina per capire se stanno bene. Molti sono stati arruolati. I miei genitori per fortuna sono al sicuro e speriamo che ci restino. Mi auguro che si arrivi alla pace anche se i negoziati sono difficili”.