“Il sindaco di Petilia Policastro, Simone Saporito, tramite affissione pubblica, ha espresso la sua vicinanza e quella dell’amministrazione comunale alla famiglia Curcio per la perdita del loro congiunto. Il congiunto deceduto a cui fa riferimento il manifesto di cordoglio è Rosario “Patatino” Curcio uomo di ndrangheta che ha partecipato al gruppo che ha assassinato Lea Garofalo colpevole di aver testimoniato contro i clan. Curcio si è direttamente occupato di bruciarne il corpo. Per giustificarsi, Saporito ha detto: “L’opportunità di fare il manifesto è in effetti opinabile, ma noi abbiamo fatto il manifesto a tutti. Perché a lui no? Davanti alla morte si è tutti uguali. Sarebbe stata una discriminazione al contrario non farlo”.
“Partecipare pubblicamente al lutto non sono compiti delle amministrazioni”
“Partecipare pubblicamente al lutto non sono compiti delle amministrazioni”
Lo scrive su facebook il giornalista e scrittore Roberto Saviano, aggiungendo che “non tutte le morti hanno lo stesso valore. La pietà dinanzi alla morte è un atto nobile ma che deve riguardare le sfere private. Quello di Petilia Policastro non è stato un conforto personale, bensì un atto politico, pubblico. Un atto gravissimo di complicità e sostegno alla famiglia mafiosa che suggerisce una certa sudditanza del Comune rispetto alle “famiglie”. La famiglia Curcio di Petilia Policastro ha anche un altro importante esponente criminale Rosario “ Pilurussu” Curcio omonimo e leader del locale di ndrangheta che insiste sul territorio. Partecipare pubblicamente al lutto, celebrare un uomo e un gruppo criminale, non sono “compiti” delle amministrazioni. Siamo dinnanzi a un grave errore istituzionale per il quale il sindaco Saporito non ha altra strada che dimettersi. È l’ennesimo triste fallimento della politica».