(NDL) – E’ avvenuta nel Catanzarese la brutale mutilazione di un lavoratore extracomunitario cui è stata tranciata (“con un’accetta”) la mano sinistra poi ricucita in Sicilia.
Ora è in grado di parlare e lo ha già fatto con le autorità giudiziarie che indagano sul terribile episodio avvenuto a fine gennaio.
Ora è in grado di parlare e lo ha già fatto con le autorità giudiziarie che indagano sul terribile episodio avvenuto a fine gennaio.
L’indiano 60enne ha dichiarato – anche in una intervista alla Tg siciliano – la sua brutta avventura. Portato in Calabria da Roma per lavorare non è stato pagato per otto mesi.
Alle ennesime rimostranze dell’uomo che chiedeva la sua paga, i suoi sfruttatori lo hanno immobilizzato e con una ferocia inaudita gli hanno staccato di netto la mano sinistra con un’accetta.
Il gravissimo fatto si è verificato nel Catanzarese, precisamente nel Reventino, nella zona montana del Lametino tra i territori di Soveria Mannelli e Platania.
Quello che è avvenuto dopo non è chiaro. Secondo quando raccolto dalla nostra redazione – che aveva già dato notizia del felice esito dell’operazione – alcuni scout presenti in zona avrebbero sentito le urla dell’uomo ed attivato i soccorsi. Questo potrebbe aver provocato la fuga degli aguzzini.
Una perfetta macchina dei soccorsi, coordinati dall’Ospedale di Lamezia Terme con l’ausilio del 118 e del servizio di elisoccorso, ha congelato l’arto che è arrivato in perfette condizioni assieme al paziente mutilato.
Nel capoluogo siciliano la lunga e perfetta operazione che ha connesso tessuti, arterie ed ossa tanto che nelle ultime ore il malcapitato ha già ricominciato a muovere le dita.
Proseguono intanto le indagini dei Carabinieri che nelle prossime ore potrebbero pervenire ad importanti conclusioni.