‘Pensioni, fisco, sviluppo sociale: contro la precarietà, per un lavoro di qualità’. Questo lo slogan dell’iniziativa che si è svolta stamattina nei locali della Fondazione Terina e organizzata da Cgil e Uil, in vista dello sciopero nazionale del 16 dicembre prossimo.
I temi affrontati
I temi affrontati
Mezzogiorno, fisco, sociale, sviluppo, lavoro e pensioni sono i temi affrontati nel corso della mobilitazione, che ha visto gli interventi dei delegati e delle delegate, del segretario regionale Uil Calabria Santo Biondo e del segretario generale Cgil Calabria Angelo Sposato. Ha concluso Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil. Bocciata la manovra economica del governo, contro la quale le due sigle sindacali hanno proclamato lo sciopero generale.
“Chiediamo un Paese diverso”
“Chiediamo un Paese diverso – ha affermato Bombardieri -. Chiediamo un Paese che sia in grado di interrogarsi sul fatto che ci sono tanti disagi e tante disuguaglianze, c’è una narrativa che tende a dire che va tutto bene. Siamo in Calabria, siamo nel Mezzogiorno – ha aggiunto – basta parlare con i tanti giovani, i tanti disoccupati, i tanti anziani che non hanno servizi. Vorremmo partire da qua per spiegare al governo e alla politica che c’è l’esigenza di costruire un Paese diverso”.
Per Bombardieri “serve una riforma fiscale che sia in grado di combattere 110 miliardi di evasione di cui non si parla più; di effettuare una redistribuzione partendo dalle categorie che oggi stanno in grande difficoltà; occorre un’attenzione sul tema del Welfare, ai giovani, alle donne, a chi ha lavorato per 41 anni di fila e vuole andare in pensione”.
Bombardieri: “Rispetto la Cisl ma pretendo altrettanto”
In merito alla mancata adesione della Cisl allo sciopero, Bombardieri ha precisato: “Io ho molto rispetto per le decisioni delle altre organizzazioni sindacali confederali. In questo paese non c’è un sindacato unico, ci sono tre grandi centrali sindacali che hanno storie diverse, tradizioni diverse. Ho sempre molto rispetto delle scelte degli altri e ne pretendo altrettanto”.
“La battaglia non finirà giorno 16”
La mobilitazione per il lavoro non si fermerà con lo sciopero generale del 16 dicembre, ma andrà oltre. “Noi la battaglia – ha detto Bombardieri concludendo i lavori – prima dello sciopero, l’abbiamo già vinta, perché abbiamo costretto tutti a discutere di questi temi, abbiamo svegliato dal torpore la politica, chi decide, chi ci diceva che va tutto bene. Avevano passato una pezzetta col cloroformio a tutti. In questo paese – ha rilevato Bombardieri – non c’erano più differenze, non c’erano più ingiustizie, problemi sul lavoro per i giovani”.
“Noi – ha aggiunto – abbiamo pensato che fosse giusto continuare a fare una battaglia che abbiamo cominciato tanto tempo fa, una battaglia nella quale noi chiediamo un Paese diverso, chiediamo di dare risposte ai più deboli, chiediamo risposte e certezze per giovani, giustizia per le donne, sicurezza per gli anziani. Non è una battaglia che finisce il 16, perché – ha spiegato – sarà una battaglia lunga, sarà una battaglia impegnativa nella quale vedrete di tutto, vedrete nei prossimi giorni che cosa si scatenerà sui grandi giornali: ‘Corriere della Sera’, ‘la Repubblica’, ‘la Stampa’. Ci diranno – ha detto il numero uno della Uil – che saremo degli irresponsabili, già ce lo dicono. Ci diranno che siamo dei folli, ma noi – ha concluso – abbiamo dalla nostra parte la sicurezza di essere dalla parte dei più deboli e insieme proveremo a cambiare questo Paese. Ci riusciremo il 16 e lo faremo dopo”.
“Reddito di cittadinanza strumento importante”
Il reddito di cittadinanza, secondo il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, “è uno strumento importante. Voglio sgombrare il campo da qualsiasi polemica – ha detto parlando a Lamezia Terme – è uno strumento che ha permesso a 3 milioni e mezzo di poveri in Italia di avere una risposta parziale. Non lo dimenticate questo – ha aggiunto – quando ci dite che fate i referendum, che è una roba da superare. Spiegatelo a quei 3 milioni di persone che hanno avuto grandi difficoltà, che non hanno un’occupazione, che si trovano sulla soglia della povertà”.