“Forse fu un corto circuito, forse una disattenzione o qualcosa che non sapremo mai a causare un’esplosione tremenda in una miniera di carbone di Marcinelle in Belgio che l’otto agosto del 1956 costò la vita a 252 persone, 136 italiane, molte delle quali calabresi. Una tragedia epocale che ha messo a durissima prova il nostro Paese e la nostra regione anche se, da quel giorno si è cominciato a pensare finalmente, in tutta l’Europa, a delineare i diritti e le tutele nel processo sempre più in evoluzione dell’integrazione continentale”. Lo afferma Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio regionale.
A giudizio di Bruni “da allora sono aumentati i controlli, si è sviluppata un’attenzione particolare per la sicurezza nei posti di lavoro e si sono ottenuti risultati straordinari ma oggi dobbiamo essere vicini a chi quel maledetto 8 agosto ha perso un familiare in quel luogo. Poveri fratelli partiti in cerca di un posto dove poter lavorare per mandare i soldi a casa hanno invece trovato una morte orrenda. Bisogna fare in modo che tragedie simili non accadono più”.
A giudizio di Bruni “da allora sono aumentati i controlli, si è sviluppata un’attenzione particolare per la sicurezza nei posti di lavoro e si sono ottenuti risultati straordinari ma oggi dobbiamo essere vicini a chi quel maledetto 8 agosto ha perso un familiare in quel luogo. Poveri fratelli partiti in cerca di un posto dove poter lavorare per mandare i soldi a casa hanno invece trovato una morte orrenda. Bisogna fare in modo che tragedie simili non accadono più”.