di Bruno Gemelli – Lo svedese Dag Hammarskjöld, già segretario generale delle Nazioni Unite per due mandati consecutivi e già Premio Nobel per la pace per la sua attività umanitaria, una volta disse: “Non ci è dato di scegliere la cornice del nostro destino, ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro”. La citazione sembra attagliarsi perfettamente al politico calabrese più internazionale di tutti i tempi. Marco Minniti.
Cosa fa adesso l’ex ministro degli Interni?
Cosa fa adesso l’ex ministro degli Interni?
Intanto c’è da dire, per restare nell’attualità, che nel coro degli elogi al presidente emerito, Giorgio Napolitano, il sito Huffpost ha ricordato, per rimarcare come il personaggio Minniti che cade e si rialza con disinvoltura, il giornale online – dicevo – ci consegna questo cammeo: “Dei tanti episodi e incroci della vita, ce n’è uno che Marco Minniti ricorda con un affettuoso sorriso. Quando nel 1996 sia lui sia Giorgio Napolitano restarono fuori dal Parlamento per “eccesso di vittoria”. Il centrosinistra di allora era andato così bene nei collegi che non scattarono i seggi nel proporzionale, l’uno in Campania, l’altro in Calabria: ‘Ci portò fortuna, lui andò al Viminale, io a fare il numero due del partito'”.
Comunque, dopo aver lasciato il seggio di deputato del Pd alla Camera Minniti è andato a presiedere la nuova fondazione di Leonardo, la ex Finmeccanica, partecipata dallo Stato, che opera nei settori di difesa, aerospazio, sicurezza (cyber e non). Ovvero la Fondazione Med-Or che ha l’obiettivo di promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, al fine di rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (“Med”) e del Medio ed Estremo Oriente (“Or”). Egli ricopre anche la carica di presidente dell’Icsa, la Fondazione che si occupa in maniera innovativa dei temi della sicurezza, della difesa e dell’intelligence.
L’endorsement della stampa italiana
Oggi Minniti, come sempre, non vive in convento. Inseguito dai media non si sottrae a dire la sua sull’attualità. Per esempio: qualche giorno fa il giornale economico “Italia Oggi” ha scritto: “Intanto, l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti scende in campo a difesa del governo italiano: ‘È stato importante che due giorni fa Giorgia Meloni, la leader di un grande paese europeo, abbia incentrato sull’Africa il suo ragionamento all’Assemblea generale delle Nazioni unite’”, per cui – sempre secondo Minniti – “c’è la possibilità che l’Onu abbia davvero un ruolo nella gestione dei flussi migratori ha un contorno preciso: è l’Europa che deve agire per prima”.
E “Il Foglio” di Giuliano Ferrara ha aggiunto: “… Minniti osserva con attenzione le mosse del governo sull’esplosiva crisi migratoria. Negli ultimi mesi si è consumata una tempesta perfetta: dai colpi di stato in Niger e Gabon alla guerra in Sudan, dal conflitto tra giunta militare del Mali e tribù Tuareg fino alle crisi umanitarie in Marocco e in Cirenaica, dove l’alluvione ha ucciso oltre 11 mila persone e lasciato nella regione di Derna oltre 45 mila sfollati”. Ma tanti suoi ex compagni di partito non sono convinti delle sue idee.