di Mimmo Famularo – Azioni di prevenzione e contrasto al fenomeno dell’inquinamento delle acque interne e del mare. E’ il titolo del protocollo d’intesa firmato nella mattinata di oggi tra il procuratore di Vibo Camillo Falvo e il direttore della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, il biologo vibonese Silvio Greco. Alla presenza del comandante della Capitaneria di Porto di Vibo Marina, Massimiliano Pignatale, e del comandante del Roan della Guardia di Finanza di Vibo Alberto Catone, è stato stilato un accordo che punta a individuare le cause dell’inquinamento del mare lungo il tratto compreso tra l’area industriale di Lamezia e Nicotera oltre a sensibilizzare i cittadini alla cultura dell’ambiente e alla tutela del mare.
Gli obiettivi dell’accordo
Gli obiettivi dell’accordo
La diagnosi prima della cura e la prevenzione ancor prima della repressione. Obiettivi ambiziosi messi nero su bianco in un paio di pagine che traggono origine dallo stato di salute del mare vibonese notevolmente peggiorato negli ultimi decenni per via del sempre maggiore inquinamento. Le azioni di repressione mirate all’accertamento dei reati e all’identificazione dei responsabili da sole non bastano. “E’ necessario – si legge tra le carte del protocollo – individuare sia i fattori di inquinamento che le criticità dovute alla mancata e non corretta depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua, che sono il principale veicolo attraverso il quale l’inquinamento generato da insufficiente depurazione arriva in mare”. Da qui nasce l’idea di un monitoraggio del fenomeno e dei fattori inquinanti durante tutto l’anno solare e non solo nel corso della stagione estiva essendo “necessaria un’opera di prevenzione e controllo a tutela dell’ambiente, della salute dei cittadini e dell’economia connessa allo sfruttamento turistico”. Prevenzione ma anche sensibilizzazione attraverso apposite iniziative rivolte alle amministrazioni locali, alle varie comunità e agli operatori del settore che tendono a trascurare e a sottovalutare il problema che, puntuale, si ripresenta in ogni stagione balneare facendo scappare i turisti dalla Costa degli Dei con danni economici e d’immagine rilevanti per il territorio.
La prevenzione prima della repressione
A questo accordo seguirà un ulteriore protocollo operativo con le forze di polizia giudiziaria e, in particolare, con la Capitaneria di Porto e con la Sezione navale della Guardia di Finanza di Vibo Marina che potranno quindi avvalersi nelle loro indagini delle eccellenze scientifiche fornite dalla struttura diretta dal professore Greco attraverso il coordinamento della Procura della Repubblica guidata da Camillo Falvo. “Speriamo di capire – spiega il procuratore – quali sono i fattori inquinanti e risolvere il problema a monte con la prevenzione e non solo con la repressione che in questi anni, come abbiamo visto, non è stata risolutiva. Attraverso questo protocollo e con l’ausilio della Sezione navale della Guardia di Finanza e dei sommozzatori della Capitaneria di Porto preleveremo il Dna dei fondali marini sperando di incidere seriamente sul problema dell’inquinamento del mare”. Si partirà dunque da un’analisi a 360 gradi con una novità metodologica spiegata dal professore Greco: “Utilizzeremo nuove tecniche ad iniziare dal Dna cellulare degli organismi che stanno a contatto con gli inquinanti per avere una visione complessiva che possa quindi consentire alla Procura di avere i dati determinanti per individuare le responsabilità dell’inquinamento marino”.
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