“Al di là del pronunciamento delle sezioni unite della Corte di Cassazione, che estendendo ai sensi dell’articolo 609 quater del codice penale la possibilità per gli over14 di fare sesso con adulti e riprendersi con la videocamera, a patto che il filmato non venga pubblicato, è sconcertante il silenzio delle istituzioni preposte alla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza”. E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori.
“Se la Cassazione si è spinta fino a questo punto – afferma Marziale – ciò significa che la legislazione glielo consente, in barba alla Dichiarazione Onu che individua convenzionalmente nei 18 anni il raggiungimento della maturità, salvo crescita precoce che aveva già schiuso le porte a certi adulti di accompagnarsi a 16enni ed ora la soglia si abbassa ulteriormente consentendo a spregiudicati di palestrare 14enni alla carriera di pornostar. Tutto ciò può essere stucchevolmente legale, ma è immorale”.
“Se la Cassazione si è spinta fino a questo punto – afferma Marziale – ciò significa che la legislazione glielo consente, in barba alla Dichiarazione Onu che individua convenzionalmente nei 18 anni il raggiungimento della maturità, salvo crescita precoce che aveva già schiuso le porte a certi adulti di accompagnarsi a 16enni ed ora la soglia si abbassa ulteriormente consentendo a spregiudicati di palestrare 14enni alla carriera di pornostar. Tutto ciò può essere stucchevolmente legale, ma è immorale”.
Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza
Per il presidente dell’Osservatorio “siamo al cospetto di una deriva che sta assestando all’infanzia e all’adolescenza il colpo di grazia e che mi spinge a chiedere all’Autorità Garante, Carla Garlatti, magistrato, di esprimersi nel merito. Le leggi si possono cambiare. Ma è necessario che il Parlamento venga stimolato dalla società civile e, soprattutto, dalle cariche che lo Stato ha istituito ad hoc. Per questo – conclude Marziale – chiedo ai colleghi della Conferenza Nazionale di Garanzia, della quale ho fatto parte come Garante della Regione Calabria, di voler adottare tutte le misure necessarie per fermare l’escalation di condotte che fanno dell’Italia un Paese diametralmente opposto a quello che il 27 maggio 1991 ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.