Mascherina obbligatoria? “Ennesima scelta infelice della governatrice Santelli”

F.Re.e

“L’ordinanza con la quale la governatrice Jole Santelli impone l’uso della mascherina anche all’aperto non può che essere considerata l’ennesima scelta infelice”. È quanto scrivono in una nota congiunta il coordinatore regionale di “Italia in comune – Calabria”, Serafino Tangari, e il presidente, Pietro Francesco Spadafora. “Non siamo assolutamente irresponsabili – continuano – né tantomeno negazionisti, ma non accettiamo in alcun modo che questa sia un’azione volta a tutelare effettivamente i calabresi. Partiamo, innanzitutto, dal problema di fondo: una sanità commissariata grazie alle scelte di un ex Governatore militante nei suoi stessi ambienti politici, che da anni affligge anche per l’ordinario sui cittadini. Ovviamente, nel corso degli anni in cui ha occupato gli scranni del Parlamento, come molti suoi ex colleghi, non ha mai colto le richieste di aiuto per uscire da questo empasse, anzi, la materia è sempre stata oggetto di attacchi politici ai suoi avversari”.

“Nel momento in cui, in prima persona, ha toccato con mano il problema aggravato anche dall’emergenza sanitaria – scrivono ancora – il punto di vista solo apparentemente è cambiato. Apparentemente perché dopo le iniziali partecipazioni a trasmissioni tv dove si evidenziava la carenza del nostro sistema sanitario, non si è comunque colta l’occasione per continuare a richiedere a gran voce tanto la fine del commissariamento quanto interventi strutturali. Perché, Covid o non Covid, le terapie intensive sono assolutamente in numero insufficiente, continuiamo ad avere zone della nostra regione che sono scoperte anche dei punti di primo soccorso. Fortunatamente il numero dei casi rispetto anche al numero dei residenti è molto basso e non ci troviamo nelle situazioni di altre regioni in cui il numero dei nuovi casi positivi è sempre oltre le 150 unità, con picchi anche di oltre 220 unità. Eppure, in queste regioni non è scattato alcun obbligo di mascherina e, se dovessimo usare lo stesso metro di valutazione, dovremmo pensare che quei territori dovrebbero imporre nuove limitazioni”.

“Nel momento in cui, in prima persona, ha toccato con mano il problema aggravato anche dall’emergenza sanitaria – scrivono ancora – il punto di vista solo apparentemente è cambiato. Apparentemente perché dopo le iniziali partecipazioni a trasmissioni tv dove si evidenziava la carenza del nostro sistema sanitario, non si è comunque colta l’occasione per continuare a richiedere a gran voce tanto la fine del commissariamento quanto interventi strutturali. Perché, Covid o non Covid, le terapie intensive sono assolutamente in numero insufficiente, continuiamo ad avere zone della nostra regione che sono scoperte anche dei punti di primo soccorso. Fortunatamente il numero dei casi rispetto anche al numero dei residenti è molto basso e non ci troviamo nelle situazioni di altre regioni in cui il numero dei nuovi casi positivi è sempre oltre le 150 unità, con picchi anche di oltre 220 unità. Eppure, in queste regioni non è scattato alcun obbligo di mascherina e, se dovessimo usare lo stesso metro di valutazione, dovremmo pensare che quei territori dovrebbero imporre nuove limitazioni”.

“Ma così non è – continuano – perché, alla base, c’è un sistema sanitario che funziona molto meglio del nostro e dunque non ci si deve inventare scelte simili per sopperire a questi limiti e l’aver copiato per intero l’ordinanza del presidente campano De Luca dimostra ampiamente quanto la governatrice Santelli poco si interessi della sua terra e di quanto poco, evidentemente, la conosca. La Calabria non è la Campania, per orografia del territorio e annessa distribuzione della popolazione oltre che per numero di casi accertati. La governatrice dovrebbe pensare che al di là di questa pandemia i cittadini calabresi vivono ogni giorno in emergenza sanitaria ed è giunto il momento di affrontare con responsabilità e nel merito questo problema”.

“Ci auguriamo che questi mesi abbiano fatto comprendere che i ruoli istituzionali e politici devono rispondere alle esigenze del cittadino – concludono Tangari e Spadafora – e non andare alla continua ricerca dell’elemento su cui politicamente abbattersi sull’avversario. E ovviamente i silenzi sulla sanità calabrese hanno responsabilità sia a destra che a sinistra, oltre che populiste (Decreto Calabria). Chiudiamo ponendo una domanda alla Governatrice: da oggi i calabresi per difendersi indosseranno la mascherina ma domani quando tutto questo sarà finito, cosa dovranno indossare per proteggersi da un qualsiasi altro problema di salute, visto che il sistema sanitario non è capace di rispondere alle esigenze? Attendiamo risposte”.

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