di Gabriella Passariello – Vessazioni, minacce, ingiurie, violenze reiterate nel tempo, una serie di atti persecutori diventati ormai insopportabili, tanto da indurre la vittima a sporgere tre denunce in tempi ravvicinati contro un agente immobiliare vibonese, Leoluca Corso, 45enne, finito agli arresti domiciliari con le accuse di stalking e lesioni personali aggravate. Il tamponamento dell’auto della vittima, da parte dell’indagato che scende dalla sua macchina inveendo contro la persona offesa “vieni indietro bastardo, che ti sistemo qui” è solo l’ultimo in ordine cronologico dei tanti episodi violenti, che va inquadrato in un più ampio contesto fatto di angherie e di sopraffazione. Il denunciante riferisce ai carabinieri di aver conosciuto Leoluca Corso nel 2011, era interessato insieme ad altre persone all’acquisto di un’imbarcazione di sua proprietà, poi affittata dalla persona offesa, senza tuttavia ricevere un euro.
“Mi hai rotto i coglioni, ti sparo”
“Mi hai rotto i coglioni, ti sparo”
Nel 2019 la vittima si reca dall’indagato, titolare di un’agenzia immobiliare per l’acquisto di un appartamento. Raggiunto l’accordo per la compravendita dell’immobile di 40mila euro la vittima si rende conto che il pagamento doveva essere effettuato sul conto personale di Leoluca Corso o su quello intestato alla moglie e che sull’immobile era iscritta ipoteca. Nonostante l’indagato promette di risolvere il problema, alle parole non seguono i fatti e il denunciante il 12 marzo 2021 per essere risarcito per quella che sembrerebbe essere una truffa, si reca da Corso, che apre la porta adirato e inveisce contro di lui “mi hai rotto i coglioni”, “pezzo di merda quando dormo non voglio essere disturbato”, “ti sparo”. Lo aggredisce spintonandolo due volte e lo fa cadere a terra, vicino ad una porta di alluminio che Corso apre per sbattergliela volutamente in testa. Poi comincia a prenderlo a calci mirando al viso, riuscendo però a colpirlo al torace. L’atroce violenza non si placa e l’indagato prende un martello e lo attacca alle spalle. Dopo una settimana, la Polizia di Stato interviene a Vibo Marina in seguito ad una lite, sul luogo gli operanti lo trovano riverso a terra. Lamenta dolore ai fianchi, alle braccia, alla testa, riferisce di essere stato appena picchiato da Corso e di essersi recato quel pomeriggio del 19 marzo in un negozio di telefonia, dove viene raggiunto dal suo persecutore, che lo invita ad andare nelle vicinanze della sua abitazione, lui rifiuta l’invito e l’indagato lo brandisce con un bastone telescopico in metallo, lo afferra per il giubbino, lo scaraventa a terra e inizia a prenderlo a calci e pugni in faccia e sui fianchi. Cerca di alzarsi, ma non ci riesce e a mala pena striscia fino alla zona antistante la Capitaneria di Porto, viene nuovamente raggiunto da Corso che lo colpisce alla pancia e ai fianchi. L’uomo perde conoscenza, per tutta la durata dell’aggressione e spietato il suo aguzzino inveisce contro di lui ripetendo: “Bastardo, mò ci penso io”.
I video che inchiodano l’agente immobiliare”
Un donna presente sul posto riprende la scena con il suo telefonino e consegna il video alla Polizia, riferendo anche di aver udito alcune persone urlare: “Luca fermati che stai facendo”, ma l’aggressore colpisce sempre più forte, cadendo due volte sopra la vittima. Per il gip del Tribunale di Vibo Francesca Del Vecchio, dagli atti emergono gravi indizi di colpevolezza, che inchiodono Leoluca Corso: i filmati delle telecamere della Capitaneria di porto, quelli ricavati dal sistema di videosorveglianza posizionati nei pressi degli esercizi commerciali e le dichiarazioni del testimone oculare che ha ripreso il pestaggio con il suo cellulare non lasciano adito a dubbi sulle violenze messe in atto dall’indagato.
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