Mastrobuono lascia l’Azienda Ospedaliera di Cosenza: “Si poteva fare di più” (VIDEO)

Il commissario Isabella Mastrobuono lascia l'incarico sintetizzando quanto fatto finora per lenire le inefficienze dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza

di Maria Teresa Improta – Passaggio di consegne all’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Il commissario Isabella Mastrobuono lascia l’incarico dopo circa un anno e mezzo. Tornerà domani a Bolzano. Oggi alla presenza della stampa e del neo commissario Gianfranco Filippelli che la sostituirà, ha chiarito che la sua dipartita è legata all’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige dove ricopre il ruolo di direttore del territorio. “Il Pnrr – ha spiegato Mastrobuono – ha accelerato la progettualità perché nella provincia autonoma di Bolzano è in corso la costruzione di tre ospedali di comunità, 10 case della comunità e 5 cot, quindi mi hanno chiesto di ‘tornare a casa’ perché entro nel 2026 tali strutture dovranno essere funzionanti”.

I risultati

I risultati

“Sono orgogliosa – ha dichiarato il commissario uscente Mastrobuono – di aver posto le basi per il polo onco-ematologico. Al Mariano Santo sono aperti gli ambulatori di ematologia e oncologia, mancano solo gli spazi per i ricoveri. Purtroppo a seguito della riduzione degli screening nel prossimo futuro assisteremo a un aumento dei tumori. È già stato lanciato l’allarme e avere una struttura già operativa sarà fondamentale. Un’altra soddisfazione è che l’Azienda Ospedaliera di Cosenza inizierà a giugno i lavori per l’attivazione dei posti letto previsti dalla legge promossa dall’ex commissario nazionale all’emergenza Covid Arcuri. In più dopo 10 anni abbiamo terminato i lavori dell’Osservazione Breve Intensiva che verrà inaugurata il 31 maggio e spetterà al nuovo commissario trovare il personale per metterla in funzione così che sia da supporto al Pronto Soccorso di Cosenza. Si sarebbe potuto fare di più, ma non ci sono riuscita serviva più tempo”.

Il tesoretto di Occhiuto

“La migrazione sanitaria è diminuita in tutto il Paese perché la gente ha avuto paura di rivolgersi agli ospedali. Ci sono state 144 milioni di prestazioni diagnostiche e oltre un milione e 700mila ricoveri in meno nel 2020 e temo i dati del 2021. Questo – secondo Mastrobuono – ha inciso sulla formazione del tesoretto di cui ha parlato il presidente della Regione Calabria Occhiuto nelle scorse ore. Dobbiamo però aspettare luglio con il bilancio consuntivo per il quale bisognerà aspettare le rimesse da parte della Regione Calabria e il riconoscimento delle spese Covid”.

Posti letto e carenza di personale

“Nel 2021 – precisa Mastrobuono – abbiamo assunto 235 persone all’Azienda Ospedaliera sostituendo in parte chi andava in pensione e chi si licenziava. Questo numero è andato a mantenere stabile il valore delle 1.600 unità di personale. Abbiamo avuto un’ondata di Covid micidiale nel 2021: oltre 160 posti letto sono stati esclusivamente occupati da pazienti Covid che richiedono personale in maggiore numero rispetto ai ricoveri ordinari. Una situazione drammatica che non è paragonabile al 2020. Queste nuove assunzioni stanno andando avanti, abbiamo preso tutti i 58 oss disponibili, 11 infermieri e dei 7 medici previsti dal bando per il Pronto Soccorso i tre che si sono presentati (di cui una specializzanda). In più ricordiamo che non c’è solo l’Annunziata nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, ma anche il nosocomio di Rogliano dove c’erano 20 posti letto Covid con la necessità di personale infermieristico, oss e medici. Ciò ha avuto le sue ripercussioni, andrà meglio in futuro”.

Il neo commissario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza: “Era il mio sogno”

“E’ sempre stato un mio sogno dirigere l’Ospedale di Cosenza. Oggi si avvera e ne sono felice. Daremo il massimo insieme all’Asp – annuncia il neo commissario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza Gianfranco Filippelli – per integrare le prestazioni ospedaliere con la medicina territoriale. Mi tocca prendere l’eredità del lavoro del commissario Mastrobuono e dare una mia impronta. Sono un cosentino e tengo tantissimo a portare la sanità della mia città e della mia provincia a livelli alti d’eccellenza intesa come modello di vita quotidiana. Vorrei trasferire questo approccio a tutti i miei colleghi”.

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