E’ arrivata nell’ufficio gip-gup la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Francesco Bordonali nei confronti dell’avvocato Simona Albano, 52 anni, di Catanzaro, amministratrice di fatto della Siarc, coinvolta nell’ambito dell’inchiesta “Risiko”, che ad ottobre dell’anno scorso ha portato il Nucleo di polizia Economico-finanziaria della Gdf di Catanzaro a notificare alla nota società catanzarese esercente l’attività di servizi di ristorazione, sia a livello locale che nazionale, un decreto di sequestro preventivo di 4.223.304, vergato dal gip Giuseppe De Salvatore (LEGGI). Un’inchiesta che mira a fare luce su un giro di soldi non versati all’Erario, utilizzando in compensazione crediti inesistenti relativi ad investimenti sulla ricerca e lo sviluppo, dipendenti senza contributi e stipendi non erogati ormai da anni.
I requisiti del progetto Risiko non rispettati
I requisiti del progetto Risiko non rispettati
Tutto inizia nel 2020, l’Agenzia delle Entrate denunzia il legale rappresentante per indebita compensazione: dal 2017 al 2020, la società infatti, avrebbe utilizzato in compensazione crediti di imposta per investire in ricerca e sviluppo, avvalendosi del progetto “Risiko” senza però svolgere alcuna attività innovativa, come previsto dal piano e al solo fine di abbattere i costi aziendali. Un progetto che si sarebbe limitato ad un questionario per conoscere i gusti degli utenti, per migliorare la qualità delle pietanze e ridurre gli scarti consumati, senza apportare alcun elemento di novità tale da ricondurre l’attività svolta ai concetti di ricerca fondamentale, ricerca applicata e sviluppo sperimentale, richiesti dal piano “Risiko”. Dall’attività investigativa sarebbe emerso che la Siarc si sarebbe limitata a raccogliere ed elaborare informazioni relative al servizio di distribuzione pasti, all’ottimizzazione delle quantità, al miglioramento degli stessi elementi, senza fornire nuovi beni, servizi, o processi di miglioramento sostanziale di prodotti, condividendo le conclusioni a cui è giunta l’Agenzia delle Entrate.
Dipendenti non pagati e il ruolo dell’avvocato Albano
Tanti gli esposti dei dipendenti della Siarc che, ascoltati a sommarie informazioni da inquirenti e investigatori, avrebbero rivelato l’omesso versamento dei contributi previdenziali sui fondi pensionistici complementari, cessione del quinto non versate e stipendi non pagati. E attraverso una serie di riscontri, gli investigatori individuano l’amministratore di fatto dell’azienda in Simona Albano. Le dichiarazioni dei dipendenti e di familiari convergono in un’unica direzione: “Sapevo che la direttrice fosse Simona Albano, spesso mi recavo nel suo ufficio per discutere del discorso paga, perché molte volte accadeva che non venivo retribuita, tanto che ho dovuto rivolgermi ai sindacati”. “Ero a conoscenza del fatto che oramai si occupava di tutto l’avvocato Simona Albano, quindi cercavo di rivolgermi a lei”. “In merito ai pagamenti doveva passare tutto nelle mani della signora Albano, la quale provvedeva a pagare con assegni e contanti”. “La signora Albano è l’amministratore di fatto che si occupa di ogni aspetto aziendale. Lei ha sempre gestito le gare di appalto, le assunzioni, i licenziamenti, le ferie del personale”.
L’udienza preliminare e il contradditorio tra le parti
Il gup Luca Bonifacio ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 8 giugno e gli avvocati difensori Enzo Ioppoli e Francesco Iacopino tenteranno di smontare le accuse di indebita compensazione tributaria e omesso versamento di ritenute contestate all’imputata per evitarle il rinvio a giudizio dell’imputata.