Medici cubani in Calabria, dottoressa emigrata e rientrata: “A noi contratti da tre mesi”

"Dovrebbe pensare all’orgoglio di noi medici calabresi che nonostante le importanti difficoltà della nostra sanità decidiamo di tornare"

Giovane dottoressa calabrese emigrata in Lombardia e rientrata in Calabria racconta l’inferno dei medici precari della regione. Alessia Piperno in un post su sua pagina Facebook “taggando” il commissario alla sanità e governatore della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha reagito alla scelta di arruolare in Calabria circa 500 medici cubani.

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La lettera della giovane dottoressa calabrese

Carissimo Presidente Roberto Occhiuto in qualità di giovane medico calabrese, tornata dalla Lombardia nella mia amata Calabria, mi sento gravemente offesa dalle sue dichiarazioni “i medici cubani fiori all’occhiello dei paesi caraibici“. Piuttosto dovrebbe pensare all’orgoglio di noi medici calabresi che nonostante le importanti difficoltà della nostra sanità, spinti dall’amore incondizionato per la nostra terra, decidiamo di tornare per metterci al servizio di chi sta male e per garantire quel minimo di aiuto alla sanità pubblica che è bene prezioso di tutti. “Inizieranno coloro che già sanno parlare l’italiano e gli altri, prima di prendere servizio, faranno corsi intensivi per apprendere la lingua”. Dimentica che la nostra terra è popolata da umile gente che il più delle volte identifica lo stomaco come “bocca dell’anima” ed il dolore vaginale come “male alla natura”. Quindi al suo posto proporrei anche corsi intensivi di dialetto calabrese, non vorrei mai vedere indirizzati i primi all’odontoiatra ed i secondi allo psicologo”.

“Per noi contratti da 3 mesi”

I medici cubani saranno affiancati dai nostri operatori sanitari”. Si, ma questo lo si può fare ad ondate trimestrali, perché le ricordo che i contratti proposti a noi sono della validità di soli 3 mesi, spesso anche in libera professione, a differenza dei 3 anni di chi viene da Cuba. Ma d’altronde sono loro il fiore all’occhiello. Per tutti noi, dopo 3 mesi si vedrà. “Le aziende calabresi cercano disperatamente medici da assumere a tempo indeterminato, ma non ne trovano”. Strano! Io abito a Vibo Valentia e le uniche proposte che ho ricevuto sono a tempo determinato ed in libera professione. Le propongo a questo punto con i soldi da me versati durante gli anni universitari (affitto, vitto, tasse varie) di pagare i geni caraibici. Noi probabilmente siamo troppo incapaci per Lei per meritare una stabilizzazione. E così sia. Abbiamo fatto bandi per posti a tempo indeterminato e manifestazioni d’interesse che sono andati deserti”. Io personalmente ho protocollato la mia manifestazione d’interesse da mesi ormai e per ben due volte (perché una non bastava) eppure le balle di fieno le ho viste io, non Lei. Ed ancora mi chiedete domande, domandine, curriculum ed autocertificazioni. Ma non avevate urgente bisogno? Ormai sono mesi che va avanti la mia personale disavventura”.

“Mi ha valorizzata la sanità privata”

“Chi mi ha valorizzata, chi ha creduto in me, chi ci tiene ad avermi nel suo staff medico è la tanto criticata sanità privata. A lei va la mia gratitudine ed il mio incondizionato appoggio. Sono meritevole di lavorare in Lombardia (regione che mi ha accolta con orgoglio), di occuparmi di un reparto di alta (e posso dirlo a gran voce) chirurgia nell’ambito privato, persino di aiutare il pronto soccorso della mia città (ma, ripeto, in libera professione e dopo 3 mesi non si sa), ma non sono meritevole di stabilizzazione nella sanità pubblica. E poi vi chiedete per quale motivo ragazzi formati scappano fuori dalla Calabria.. dovreste ringraziarci, così almeno lasciamo posto ai paesi caraibici e magari a lavorare da loro ci finiamo noi. Vi sentite soddisfatti ed orgogliosi, io al vostro posto mi vergognerei. Date le giuste informazioni alla popolazione calabrese, noi non siamo meno preparati o meno vogliosi di aiutare, è ciò che voi ci proponete che non merita un minuto del nostro prezioso tempo. Ad maiora. Un giovane medico orgogliosamente calabrese”.

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