di Danilo Colacino – “Un cambio di mentalità e uno scambio culturale, scientifico e sociologico, per l’affermazione di un nuovo modello. Che potrebbe essere valido, anche in futuro”. Questo il messaggio dell’incontro in Cittadella fra il presidente Roberto Occhiuto e l’ambasciatrice cubana Mirta Granda Averhoff.
Motivo dell’appuntamento, neanche a dirlo, l’arrivo degli oltre 50 medici cubani, ormai attivamente impegnati per essere presto tra le corsie dei nosocomi calabresi. Su cui il governatore ha subito detto: “Abbiamo superato intoppi burocratici e di altra natura in tempi molto brevi. Non mi interessano, dunque, le polemiche che si sono generate. Quelle le lascio volentieri da parte. Del resto, abbiamo toccato certi interessi e quindi le reazioni di contrarietà erano e sono immaginabili. Senza contare – ha aggiunto – che abbiamo avviato una interlocuzione importante con Cuba. Paese che torna per la prima volta in Europa con il suo personale, dopo anni di assenza. Un fatto importante, di cui io sono davvero soddisfatto. Perché – ha concluso – se non ci fossero stati loro, nel reggino avrei dovuto chiudere degli ospedali o quantomeno interi Reparti”.
Motivo dell’appuntamento, neanche a dirlo, l’arrivo degli oltre 50 medici cubani, ormai attivamente impegnati per essere presto tra le corsie dei nosocomi calabresi. Su cui il governatore ha subito detto: “Abbiamo superato intoppi burocratici e di altra natura in tempi molto brevi. Non mi interessano, dunque, le polemiche che si sono generate. Quelle le lascio volentieri da parte. Del resto, abbiamo toccato certi interessi e quindi le reazioni di contrarietà erano e sono immaginabili. Senza contare – ha aggiunto – che abbiamo avviato una interlocuzione importante con Cuba. Paese che torna per la prima volta in Europa con il suo personale, dopo anni di assenza. Un fatto importante, di cui io sono davvero soddisfatto. Perché – ha concluso – se non ci fossero stati loro, nel reggino avrei dovuto chiudere degli ospedali o quantomeno interi Reparti”.
A seguire il diplomatico caraibico ha messo in risalto: “I nostri professionisti stanno già studiando la lingua. Ma è chiaro che le affinità con l’Italia, anche idiomatiche, sono moltissime e per loro ci saranno pertanto pochi ostacoli da superare. Non sarà insomma difficile averli pronti in tempi brevi. Pensate che hanno lavorato anche nelle nazioni islamiche con cui le differenze sono invece davvero tante. Eppure, alla fine, ogni problema è stato risolto”.