Pene dai tre ai diciotto anni di reclusione. E’ quanto ha chiesto la Direzione distrettuale antimafia di Milano nei confronti degli imputati che hanno scelto l’abbreviato nell’ambito del processo scaturito dall’operazione “Medoro” che vede coinvolti diversi vibonesi e ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, narcotraffico ed estorsioni. La condanna più pesante è stata invocata nei confronti di Luigi Aquilano, 45 anni, di Nicotera, genero del boss Antonio Mancuso. Per lui la pubblica accusa ha chiesto 18 anni di carcere.
Le richieste di condanna
Le richieste di condanna
Complessivamente erano ventisette gli imputati sotto processo dinnanzi al gup del Tribunale di Milano. Queste le altre richieste della Dda: 3 anni di reclusione per Damiano Aquilano, 39 anni, di Milano, residente a Solaro (Mi); 3 anni e 6 mesi per Alessio Calabrese, 43 anni, di Monza; 3 anni per Nazzareno Calaiò, 44 anni di Milano; 14 anni per Salvatore Comerci, 38 anni, di Nicotera; 3 anni e 8 mesi Giuseppe D’Angelo, 44 anni, di Nicotera; 3 anni e 8 mesi per Rosario D’Angelo, 39 anni, di Nicotera, residente Bresso (Mi); 9 anni per Francesco Orazio Desiderato, 49 anni, di Nicotera, residente a Berlassina (Mb); 14 anni per Giuseppe Di Giacco, 38 anni, di Badia di Limbadi, residente a Milano; 3 anni e 8 mesi per Paolo Mesiano, 47 anni, di Mileto, residente a Milano; 3 anni e 3 mesi per Fortunato Palmieri, 38 anni, di Mileto; 7 anni per Giovanni Vecchio, 65 anni, di Nicotera, residente a Milano; 3 anni per Cosimo Michele Iozzolino, 62 anni, di Corigliano Calabro, residente a Milano; 12 anni per Nicola La Valle, 53 anni, nativo di Reggio Calabria ma residente a Milano; 9 anni per Luciano Lioniello, 47 anni residente a Ibiza; 3 anni per Alessandro Marangi, 52 anni, di Milano; 12 anni per Giorgio Mariani, 65 anni, di Milano; sei anni per Antonio Messineo, 42 anni, di Locri; tre anni e 8 mesi per Vito Scravaglieri, 48 anni di Nova Milanese.
Operazione “Medoro”
L’inchiesta è stata condotta dai Carabinieri del Ros sotto il coordinamento della Dda di Milano e ha riguardato un gruppo mafioso radicato in Lombardia e, in particolare, nella provincia di Milano, alleato e/o collegato alla cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia Mancuso di Limbadi. Secondo l’accusa, è stata documentata l’esistenza, sul territorio di Milano, la presenza di un gruppo criminale di matrice ‘ndranghetista, caratterizzato dallo stabile collegamento con la famiglia di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi, alla quale alcuni degli indagati sono legati da vincoli di stretta parentela, nonché dalla commissione di un numero indeterminato di reati, che spaziano dal narcotraffico alle attività estorsive di recupero credito tramite violenze e minacce. Il gruppo ha inoltre dimostrato la capacità di estendere la propria forza di intimidazione anche al di fuori dei confini nazionali, in particolare, alle Isole Baleari. L’attività ha documentato anche una consistente attività di narcotraffico. L’ascolto di innumerevoli conversazioni avrebbe permesso di far emergere l’esistenza di un’attività strutturata dedita al traffico di stupefacenti. Secondo le indagini il gruppo avrebbe perfezionato movimentazioni di narcotico per quasi 100 kg (72 di hashish, 18 di marijuana, nonché quasi mezzo kg di cocaina), e programmato/progettato l’importazione di quasi due tonnellate di hashish, per un volume di affari complessivo nell’ordine di centinaia di migliaia di euro.
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