Memoria della strage di Schiavonea, quando 12 pescatori furono inghiottiti dal mare

"Fare il pescatore è un lavoro duro e rischioso. Assistere in diretta alla morte di due giovani fratelli e dei loro zii è stato terribile"

Il comitato Pescatori Calabria ricorda la tragedia del 31 dicembre 1974 a Schiavonea, sullo jonio cosentino, con una lettera indirizzata a Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano. “Alle ore 7,05 ero sulla spiaggia insieme a tanta gente di Schiavonea, – racconta Salvatore Martilotti del comitato Pescatori Calabria – tutti a pregare e implorare la Madonna e i Santi per salvare la vita dei nostri marinari. Assistere in diretta alla morte di due ragazzi (fratelli) e dei loro due zii è stato terribile. Un evento tragico che ti cambia la vita. E così ritorna in mente quella serata ritornando da Taranto con mio padre, il quale, dopo aver ormeggiato il suo peschereccio, era contento di ritornare a casa per festeggiare la fine e l’inizio del nuovo anno. Lungo la vecchia statale 106 il mare si presentava calmo, ma in lontananza i fulmini aumentavano sempre di più, ma anche le preoccupazioni per le minacce di mare tempestoso”.

La notte della tragedia, morirono in 12

La notte della tragedia, morirono in 12

“Arrivammo a casa verso sera, ma già verso le due di notte eravamo tutti in piedi per raccogliere l’acqua del mare che continuava ad entrare in casa. Intanto, in tutto il borgo marinaro aumentava la preoccupazione per le due motobarche (I Bancunari e i Nataluni) con a traino due “vuzzi” (barche a remi) che erano andati in pesca con il conzo e ancora erano in quel mare in tempesta. Quella notte – dice Martilotti – pioveva in maniera intesa con un vento forte e un mare burrascoso che metteva paura all’intera comunità. Tutti erano preoccupati per i nostri pescatori ancora in mare. All’improvviso qualcuno gridò di aver avvistato una motobarca e tutti a correre sulla spiaggia per prestare aiuto. Furono pochi tragici minuti che cambiarono un’intera comunità, la vita di molti,  compresa la mia, mentre la motobarca Sant’Angelo veniva inghiottita dal mare di fronte alla spiaggia del borgo marinaro. Tutti ad assistere, inermi, alla più grande tragedia di sempre di Schiavonea. E’ vero la nostra marineria, in seguito, ha subito altre tragedie con la perdita di tante altre vite umane, quasi a voler ricordare a tutti che fare il pescatore è un mestiere pericoloso. Ma questa del 31 dicembre 1974 è stata una tragedia terribile: persero la vita dodici pescatori. Si salvò solo un mio ex-compagno di scuola”.

I rischi in mare, l’inquinamento e la burocrazia

“Il mestiere di pescatore è affascinante ma spesso questi lavoratori del mare devono fare i conti non solo con la crisi in atto nel settore, l’inquinamento marino, l’eccessiva burocrazia, i divieti irragionevoli, normative obsolete, limitazioni all’uso degli attrezzi, disattenzione della politica e delle Istituzioni, ma anche con tanti pronti a rivendicare un posto al sole per l’accensione, da parte dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio di Gioia Tauro, delle luci nel porto che ha festeggiato il 13 dicembre i 54 anni dall’inizio dei lavori. Sindaco giovane e sensibile, – sottolinea il portavoce del comitato Pescatori Calabria – sa bene che fare il pescatore è un lavoro duro e rischioso, con le avversità meteo-marine che condizionano sia il lavoro ma anche la vita sociale di questi lavoratori e delle loro famiglie. Il mare d’inverno spesso è anche calmo, tranquillo ma a volte è anche imprevedibile, spaventa con tempeste improvvise e diventa un luogo di dolore e di lacrime versate”.

Piano Spiaggia e illegalità

“Tuttavia, a chi abita nella zona marina – spiega Martilotti – può capitare di emozionarsi ogni volta che torna sulla spiaggia del borgo marinaro. E questo perché, soprattutto d’ inverno, la spiaggia ha un fascino fuori dal tempo con la Madonnina che si affaccia, proprio lì, davanti al mare. Ma, appena vai via dalla bella spiaggia appaiono le disattenzioni amministrative per non aver ancora assicurato una presenza legale alle piccole imbarcazioni della pesca artigianale sulla spiaggia storica dei pescatori. Non vorremmo sembrare irriverenti, ma è possibile che il terzo Comune per abitanti della Calabria non riesca ad assicurare una presenza legale, magari provvisoria e transitoria alle imbarcazioni dei piccoli pescatori sulla loro spiaggia? La presenza ancora illegale è preoccupante e assume maggior gravità perché continua l’odissea in Tribunale dei piccoli pescatori, anche se il Piano Spiaggia prevede la presenza nel Comparto n°3. Signor Sindaco, Lei conosce bene questa storia che, per tanti aspetti, sta diventando una storia triste. Noi che cerchiamo di pensare sempre in positivo, ci sforziamo di non pensar male, ma un “progettino”, forse datato, senza aver risolto il problema della presenza legale, è sufficiente? Non è meglio dare una soluzione alla presenza legale? Alla data odierna registriamo la scarsa attenzione verso questo “grave problema reale” da parte del terzo Comune per abitanti della Calabria, ma anche il maggiore per sviluppo costiero. Possiamo sperare di dare una soluzione per assicurare una presenza legale alle piccole imbarcazioni dei pescatori sulla spiaggia storica della marineria locale?”.

L’augurio dei pescatori dello jonio

“Nell’attesa, – scrive il comitato Pescatori Calabria – inviamo i nostri migliori auguri per il nuovo anno, magari con un cambio di passo e una maggiore attenzione verso il settore della pesca per tutelare i diritti dei pescatori e delle imprese di pesca. E’ un impegno che dovrebbe assumere il Comune di Corigliano-Rossano per tutelare e assicurare un futuro all’economia ittica locale, ma anche per sollecitare la Regione a superare una gestione burocratica dei programmi della PCP/UE. In questa fase delicata dell’emergenza sanitaria da covid-19, in particolare, è necessario avere il coraggio di cambiare: non sono più rinviabili innovazione e ammodernamento con il coinvolgimento di tutti i soggetti in campo per assicurare un futuro al settore pesca. Non solo per tutelare le imprese di pesca e i pescatori, ma anche per mantenere i livelli occupazionali e, soprattutto, aumentare il livello di professionalità e competenza per poter traghettare, nell’anno che verrà, il settore pesca dalla crisi allo sviluppo possibile favorendo il ricambio generazionale, soprattutto, nell’ambito dell’economia costiera”.

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