Mes, un miliardo e mezzo per la Sanità calabrese

guccione

Un miliardo e cinquecento milioni di euro. È questa all’incirca la cifra che spetterebbe alla Calabria per la definizione di un nuovo Piano sanitario regionale, bloccando le risorse del Mes, che l’Europa mette a disposizione per l’Italia. “Un’occasione importante dopo undici anni di commissariamento”, afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Carlo Guccione che, insieme agli altri consiglieri regionali del partito Domenico Bevacqua, Nicola Irto, Libero Notarangelo e Luigi Tassone, ha presentato un ordine del giorno per la seduta del prossimo consiglio regionale, convocato martedì 15 settembre. “Il presidente della Giunta regionale – si chiede nell’ordine – si impegni affinché la  Conferenza Stato-Regioni chieda al governo nazionale di attivare tutte le procedure per attingere ai 37 miliardi del fondo Mes da destinare al sistema sanitario nazionale”.

“Non esistono condizionalità per usare il Mes – sottolinea il consigliere Carlo Guccione – è un prestito che l’Europa concederebbe a un tasso dello 0,1 per cento, ottenendo un risparmio di 5 miliardi di euro di interessi. Il Mes serve per mettere in sicurezza il Sistema sanitario nazionale. Quindi lasciamo da parte dubbi sterili e usiamo il buon senso, è un’occasione che non possiamo sprecare per rendere la sanità più vicina alle persone. Sanità che, non lo dimentichiamo, ha ripercussioni anche economiche e sociali. A cosa servono i 37 miliardi del Mes? Per un progetto di rafforzamento strutturale del sistema sanitario del Paese proprio in questa fase di pandemia. Ora dobbiamo concentrare gli sforzi sul servizio sanitario nazionale, sulla qualità delle prestazioni, l’accesso ai servizi e ridurre le diseguaglianze della sanità pubblica tra le regioni”.

“Non esistono condizionalità per usare il Mes – sottolinea il consigliere Carlo Guccione – è un prestito che l’Europa concederebbe a un tasso dello 0,1 per cento, ottenendo un risparmio di 5 miliardi di euro di interessi. Il Mes serve per mettere in sicurezza il Sistema sanitario nazionale. Quindi lasciamo da parte dubbi sterili e usiamo il buon senso, è un’occasione che non possiamo sprecare per rendere la sanità più vicina alle persone. Sanità che, non lo dimentichiamo, ha ripercussioni anche economiche e sociali. A cosa servono i 37 miliardi del Mes? Per un progetto di rafforzamento strutturale del sistema sanitario del Paese proprio in questa fase di pandemia. Ora dobbiamo concentrare gli sforzi sul servizio sanitario nazionale, sulla qualità delle prestazioni, l’accesso ai servizi e ridurre le diseguaglianze della sanità pubblica tra le regioni”.

“In questi anni sono stati chiusi ospedali, accorpati reparti, tagliati posti letto, ridotti i presidi territoriali, la sanità pubblica si è diversificata sui vari territori regionali. Ecco perché – è scritto nell’ordine del giorno – bisogna sfruttare subito questa opportunità e accedere ai fondi del Mes. Soldi disponibili da subito e senza condizioni se non quella di spenderli per la sanità. Ora c’è l’urgenza di migliorarla, abbiamo una sanità ancora troppo differenziata e questa è l’occasione per attivare un nuovo Piano organico: vanno omogeneizzati i servizi offerti, digitalizzato il sistema sanitario, modernizzati e adeguati gli ospedali, potenziato il sistema di medicina territoriale”.

“In modo consequenziale va poi affrontata – sottolinea il consigliere regionale Guccione – la questione delle risorse nazionali che lo Stato destina alla sanità. La spesa sanitaria pro-capire in Calabria è di 200 euro in meno per abitante rispetto alla media nazionale. Lo Stato versa nelle casse calabresi quasi 200 milioni in meno all’anno. Un’ulteriore penalizzazione poi si ha sulla disponibilità dei posti letto dove la Calabria si piazza all’ultimo posto con appena 1,95 posti letto per acuti ogni mille abitanti e molti di questi addirittura non sono stati attivati; in Emilia 3,14 posti letto ogni mille abitanti, in Friuli 5,02. Il numero di posti letto totali in Italia è di 3,2 ogni mille abitanti.

Il Consiglio regionale – sostiene Carlo Guccione – si deve riappropriare delle proprie prerogative costituzionali in materia sanitaria avviando l’iter legislativo di una serie di riforme, a cominciare dal fatto che le Aziende sanitarie provinciali debbano occuparsi solo esclusivamente di prevenzione e sanità territoriale, cedendo le competenze che hanno sugli ospedali Spoke con la nascita di un’unica Azienda ospedaliera provinciale Hub. Dopo undici anni di commissariamento bisogna mettere mano alla realizzazione e organizzazione di un nuovo Piano sanitario regionale, anche alla luce della diffusione e degli effetti devastanti del virus Covid-19”.

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