“Matteo Messina Denaro faceva la chemio con me ogni lunedì. Stavamo anche nella stessa stanza, era una persona gentile, molto gentile”. Questo il racconto di una paziente della clinica La Maddalena di Palermo che è ancora sotto shock: “Lui mandava messaggi a tutti”, riferisce la donna in un video di Tv2000 anticipato dal Tg2000 -. La paziente racconta di avere condiviso le sedute di chemioterapia col boss all’interno della struttura sanitaria in cui ieri mattina Messina Denaro è stato catturato dai Carabinieri del Ros dopo 30 anni di latitanza (LEGGI).
“Lo chiamavamo Andrea”
“Lo chiamavamo Andrea”
Nel video, che sarà trasmesso integralmente dal programma “Siamo noi” nella giornata odierna (martedì 17 gennaio), precisamente alle ore 15:15, le parole della paziente: “Ci sono anche mie amiche che hanno il suo numero di telefono. Lui mandava messaggi a tutti. Ha scambiato messaggi con una mia amica fino a questa mattina. Lei è ora sotto shock a casa”.
Nessuna delle ‘amiche’, però, pare fosse a conoscenza della vera identità di Matteo Messina Denaro: “Lui veniva chiamato Andrea”, rivela infatti la donna. “Ho fatto terapia da maggio a novembre. Abbiamo fatto la terapia insieme per tutta l’estate e lui – conclude la paziente intervistata – veniva anche con la camicia a maniche lunghe”. (Fonte foto: Open)
Indagini coordinate da magistrato calabrese
L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Trapani) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto calabrese Paolo Guido, originario di Acri – comune in provincia di Cosenza. Il 55enne da pochi giorni aveva assunto la nomina di coordinatore della Direzione distrettuale antimafia.