Migranti, il caso è nazionale. Media nazionalisti, mentre le Destre non vogliono la “stretta” sugli italiani…

Che dire degli sbarchi “al Coronavirus” di migranti, da Amantea a Roccella Jonica? La diatriba è ormai saldamente nazionale. E il primo cruccio, indipendentemente da come la si pensi e dai colori politici, è cercare di capire quanti altri desperados positivi al Covid19 arriveranno e in che tempi, ma naturalmente anche chi li ospiterà e chi e come provvederà a curarli.

MEDIA NAZIONALISTI

MEDIA NAZIONALISTI

La stampa nazionale, nel frattempo, reagisce in modo a dir poco “emotivo”.
E se il Messaggero punta sulla possibilità che il piano governativo preveda il ricovero alla Cecchignola, nella Capitale, dei migranti che arrivano “positivi” al Covid19, il Giornale in prima scrive che «al Sud scoppia la rivolta» contro i migranti malati di Coronavirus e Libero – manco a dirsi – tuona perentoriamente, in quella che è l’apertura del numero del quotidiano oggi in edicola: «Basta importare malati di Covid», con occhiello a tema: «In pericolo la salute degli italiani».

QUADRO NAZIONALE

Vero è, piuttosto, che migranti o meno il governo Conte parrebbe intenzionatissimo a prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 ottobre, con tutto ciò che facilmente se ne può desumere per aziende, famiglie, studenti, attività ricreative di massa.
Se decisa, la cosa si verificherebbe strettamente a ridosso di domani, martedì 14 luglio, visto che in questa data iul Governo approverà il nuovo Dpcm che andrà a prolungare fino alla fine di luglio il “pacchetto” di misure in scadenza appunto domani: e l’estate se ne sarà già quasi andata… E sarà bene chiarire che le stesse Destre pronte a manifestare e a sdraiarsi per terra “contro” i migranti “untori”, bollano il possibile provvedimento dell’Esecutivo come «inaccettabile decisione di forzare ancòra la Costituzione» (Silvio Berlusconi, nella lettera pubblicata in queste ore su La Stampa).

POLITICI LOCALI

Intanto, le reazioni fioccano pure sul piano locale.
Una leghista “acquisita” come Tilde Minasi, capogruppo della Lega a Palazzo Campanella, non può che buttarsi a capofitto in una battaglia “tipica” del Carroccio. Per cui la presa di posizione di Jole Santelli è «giusta e ferma», la preoccupazione dei cittadini delle aree direttamente interessate va considerata «comprensibile e lecita», il sentimento comune sarebbe di sentirsi «poco tutelati da uno Stato che dovrebbe invece avere come unica bussola la salvaguardia della salute della popolazione, soprattutto durante la delicatissima fase del post-pandemia». E se ci si può compiacere che la questione sia arrivata all’attenzione dei “tavoli” romani, nell’analisi di Tilde Minasi «non è accettabile che il Governo arrivi sempre “dopo”, quando l’emergenza diviene grave, quindi insanabile».

Il commissario provinciale di Fratelli d’Italia (altro “falco” in materia), Denis Nesci, afferma di condividere «il timore e il disappunto del presidente Santelli» per quanto accaduto sul territorio roccellese e per una poco rosea prospettiva: «Mesi di sforzi e sacrifici per rendere una regione “Covid free” rischiano d’essere vanificati da un’inconsistenza del Governo, ancòra incapace a gestire e prevenire il fenomeno degli sbarchi incontrollati».

Non è molto diverso il tono del pur moderato (Forza Italia) senatore villese Marco Siclari: «Non abbiamo strutture adeguate – questo il punto ad avviso dell’esponente di Fi – per garantire né una quarantena idonea, né un’assistenza sanitaria efficace a centinaia o migliaia d’immigrati che giungono e possono continuare a giungere in questi giorni nel nostro Paese», che per dare a tutti tranquillità dovrebbero «stare dai 30 ai 60 giorni in quarantena in presenza di un positivo Covid19 nell’imbarcazione». Scenario francamente inverosimile, questo è certo. E sottolinea Nesci che «i migranti trasferiti, ad Amantea, Bova e Bova Marina impegneranno in modo più accentuato i volontari e gli operatori di sicurezza», destinatari del suo profondo apprezzamento.

C’è spazio anche per la quotidiana dichiarazione del neocandidato sindaco di Reggio Calabria Klaus Davi, che ironizza “martellando” il Partito democratico:  «Con la storia dei migranti “imposti” dal ministro degli Interni a una città iperturistica come Amantea abbiamo capito che il Pd ce la metterà tutta per far vincere la Lega in Calabria. Cosa ci possiamo aspettare – aggiunge il massmediologo – da un partito che ha visto sciogliere il Comune di Africo senza mai venire nella Locride a capire le ragioni di un disagio?»,

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