“Più sarà ristretto il bacino dell’illegalità e più si rafforzeranno i lavoratori italiani”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, intervenendo in una diretta facebook sulla pagina di “Italia Viva” Calabria.
Con riferimento al tema delle regolarizzazioni, Bellanova ha osservato che “la questione del Mezzogiorno si affronta dando risposte concretamente alle famiglie e alle imprese, così come affermando il diritto alla legalità. Ho visto questa presa di posizione dei vescovi calabresi, della quale sono felice, e ringrazio i vescovi per l’impegno e la vicinanza che non mi hanno fatto mancare in questa battaglia che ho portato avanti insieme ad Italia Viva e nella quale ho trovato una grande collaborazione da parte della ministro dell’Interno. La battaglia per la legalità – ha proseguito Bellanova – è soprattutto la battaglia per la legalità riconoscendo il diritto di esistere agli uomini e donne che stanno nel nostro Paese da tanto tempo e che molti considerano invisibili. Queste persone vivono al Nord e al Sud, vivono e vengono strumentalizzate e ricattate da quella criminalità che va sotto la denominazione caporalato che ricatta i lavoratori e ricatta anche le imprese. Quella criminalità che mette in campo una concorrenza sleale che alla fine fa danno alle imprese che rispettano le regole”. Bellanova ha quindi aggiunto: “Quando ho chiesto a tutte le associazioni agricole di fare una battaglia comune, perché so perfettamente – per mia esperienza e per il lavoro fatto in questi mesi al ministero e per il rapporto quotidiano con le imprese agricole – che la stragrande maggioranza delle imprese di questo settore hanno investito con sacrifici sulla qualità, sulla innovazione, sulla ricerca di mercato, con sforzi enormi per rispettare i lavoratori e riuscire a reggere la concorrenza sul mercato. Sono proprio questi imprenditori – ha rilevato il ministro delle Politiche agricole – che più di altri pagano il prezzo della illegalità e di quelli che concorrono in modo sleale. E allora la regolarizzazione dei rapporti di lavoro risponde anche a questo”. Secondo Bellanova, inoltre, “ci sono tutte quelle persone che lavorano nelle nostre case, nelle nostre famiglie, che si occupano dei nostri anziani, dei nostri bambini, fanno le colf, le badanti e spesso vengono ricattati da associazioni criminali che non rispettano la loro dignità. La battaglia che abbiamo fatto con il decreto sulle regolarizzazioni è quello di dire che queste persone devono essere riconosciute nella loro identità e nella loro dignità. E più sarà ristretto il bacino dell’illegalità e più si rafforzeranno i lavoratori italiani. A quelli che dicono ‘pensate agli immigrati e non pensate agli italiani’, dico molto semplicemente che più ampio sarà il bacino che potranno utilizzare in modo illegale le associazioni criminali più si indeboliranno i lavoratori italiani, perché la concorrenza sarà sui costi e non invece sulla qualità. Noi invece – ha concluso il ministro delle Politiche agricole – dobbiamo rafforzare la legalità per i lavoratori italiani e per i lavoratori stranieri e dentro questo dare sostegno alle imprese. Il 27 e 28 maggio è convocato il tavolo dell’agricoltura sociale, perché non dobbiamo lasciare fuori nessun pezzo. L’agricoltura sociale – ha aggiunto Bellanova – svolge una funzione importantissima, soprattutto indirizzata alle figure più fragili e alle tante debolezze che abbiamo e che invece dobbiamo prendere in carico mettendole nelle condizioni di avere il diritto al gioco, al sogno, a poter vivere con maggiore serenità. Sull’agricoltura sociale – ha concluso il ministro delle Politiche agricole – voglio ascoltare tutte le associazioni, il tavolo così com’è composto, perche dobbiamo riprendere un percorso che ci deve vedere impegnati insieme. “In Parlamento dovremo ulteriormente migliorare le misure inserite nel Decreto Rilancio. Abbiamo bisogno – ha sostenuto Bellanova – di far vivere sempre di più l’agricoltura come il settore dell’innovazione, dove c’è bisogno di nuove competenze, di professionalità, di eccellenze, che devono essere formate dal nostro sistema scolastico e universitario. Per fare questo bisogna avere un’idea di sistema Paese dentro il quale impiantare il modello di sviluppo sul quale vogliamo destinare risorse pubbliche. L’emergenza sanitaria – ha proseguito il ministro – ha messo tutti quelli che hanno penato di affrontare con superficialità il tema dello sviluppo rurale e del settore agricolo, nella necessità di doversi ricredere, perché proprio in questi mesi si è evidenziata in tutta la sua forza la strategicità del settore agroalimentare, perché insieme alla filiera della sanità c’è quella che ho chiamato la filiera della vita, la filiera agroalimentare che ci ha messo nella condizioni di avere momenti di normalità a partire dal poter fare la spesa e a non cambiare le nostre abitudini alimentari. E allora,ms e per due mesi la normalità nella nostra vita è stata rappresentata da questa filiera, è bene adesso non ignorare questa strategicità e investire risorse. Per questo ho combattuto e credo che in Parlamento dovremo ulteriormente migliorare le misure che sono inserite anche nel Decreto Rilancio. Dico questo perché molti pensano che la filiera agricola, siccome è stata in attività, non aveva bisogno di ulteriori interventi dal punto di vista economica”. “Ma se è vero che filiera agricola è stata in attività e ha consentito quello che dicevo prima – ha concluso Bellanova – è anche vero che, avendo chiuso ristoranti, alberghi, bar, enoteche e avendo avuto purtroppo una contrazione sull’export dei nostri prodotti agroalimentari, subiamo anche delle perdite pesanti. Nei mercati esteri “abbiamo spazi enormi che dobbiamo andare a presidiare. L’agricoltura – ha sostenuto Bellanova – continuerà ad avere un ruolo importante nell’export, noi infatti esportiamo oltre 43 miliardi di euro di prodotti agroalimentare ogni anno e subiamo un furto di oltre 100 miliardi di euro all’anno di identità. Non dobbiamo permettere che questa fase tremenda che stiamo vivendo dell’emergenza sanitaria possa concorrere oltre, con le difficoltà economiche delle nostre imprese, ad abbassare la qualità delle nostre produzioni. Noi invece – ha affermato il ministro delle Politiche agricole – dobbiamo rafforzare la qualità per andare a presidiare, appena sarà possibile, un rilancio dell’export a livello mondiale e andare a presidiare quei mercati”. Bellanova ha quindi ricordato che “nel momento in cui è scoppiata l’emergenza coronavirus dovevo recarmi per sottoscrivere in protocollo per vendere riso alla Cina, protocollo che poi abbiamo sottoscritto attraverso la nostra ambasciata a Pechino. La Cina, che è il Paese che produce e consuma la più alta quantità di riso al mondo, ha fatto con noi un protocollo nel quale noi esporteremo il riso per risotti, perché la qualità della nostra produzione è apprezzata e molto richiesta. Come vedete, abbiamo spazi enormi, che dobbiamo andare a presidiare. Molti ridevano quando dicevo che noi faremo un accordo per vendere il riso alla Cina: l’accordo l’abbiamo fatto, con grande soddisfazione dei risicoltori. Dobbiamo continuare a lavorare in questo e possiamo farlo se investiamo sulla qualità”.
Con riferimento al tema delle regolarizzazioni, Bellanova ha osservato che “la questione del Mezzogiorno si affronta dando risposte concretamente alle famiglie e alle imprese, così come affermando il diritto alla legalità. Ho visto questa presa di posizione dei vescovi calabresi, della quale sono felice, e ringrazio i vescovi per l’impegno e la vicinanza che non mi hanno fatto mancare in questa battaglia che ho portato avanti insieme ad Italia Viva e nella quale ho trovato una grande collaborazione da parte della ministro dell’Interno. La battaglia per la legalità – ha proseguito Bellanova – è soprattutto la battaglia per la legalità riconoscendo il diritto di esistere agli uomini e donne che stanno nel nostro Paese da tanto tempo e che molti considerano invisibili. Queste persone vivono al Nord e al Sud, vivono e vengono strumentalizzate e ricattate da quella criminalità che va sotto la denominazione caporalato che ricatta i lavoratori e ricatta anche le imprese. Quella criminalità che mette in campo una concorrenza sleale che alla fine fa danno alle imprese che rispettano le regole”. Bellanova ha quindi aggiunto: “Quando ho chiesto a tutte le associazioni agricole di fare una battaglia comune, perché so perfettamente – per mia esperienza e per il lavoro fatto in questi mesi al ministero e per il rapporto quotidiano con le imprese agricole – che la stragrande maggioranza delle imprese di questo settore hanno investito con sacrifici sulla qualità, sulla innovazione, sulla ricerca di mercato, con sforzi enormi per rispettare i lavoratori e riuscire a reggere la concorrenza sul mercato. Sono proprio questi imprenditori – ha rilevato il ministro delle Politiche agricole – che più di altri pagano il prezzo della illegalità e di quelli che concorrono in modo sleale. E allora la regolarizzazione dei rapporti di lavoro risponde anche a questo”. Secondo Bellanova, inoltre, “ci sono tutte quelle persone che lavorano nelle nostre case, nelle nostre famiglie, che si occupano dei nostri anziani, dei nostri bambini, fanno le colf, le badanti e spesso vengono ricattati da associazioni criminali che non rispettano la loro dignità. La battaglia che abbiamo fatto con il decreto sulle regolarizzazioni è quello di dire che queste persone devono essere riconosciute nella loro identità e nella loro dignità. E più sarà ristretto il bacino dell’illegalità e più si rafforzeranno i lavoratori italiani. A quelli che dicono ‘pensate agli immigrati e non pensate agli italiani’, dico molto semplicemente che più ampio sarà il bacino che potranno utilizzare in modo illegale le associazioni criminali più si indeboliranno i lavoratori italiani, perché la concorrenza sarà sui costi e non invece sulla qualità. Noi invece – ha concluso il ministro delle Politiche agricole – dobbiamo rafforzare la legalità per i lavoratori italiani e per i lavoratori stranieri e dentro questo dare sostegno alle imprese. Il 27 e 28 maggio è convocato il tavolo dell’agricoltura sociale, perché non dobbiamo lasciare fuori nessun pezzo. L’agricoltura sociale – ha aggiunto Bellanova – svolge una funzione importantissima, soprattutto indirizzata alle figure più fragili e alle tante debolezze che abbiamo e che invece dobbiamo prendere in carico mettendole nelle condizioni di avere il diritto al gioco, al sogno, a poter vivere con maggiore serenità. Sull’agricoltura sociale – ha concluso il ministro delle Politiche agricole – voglio ascoltare tutte le associazioni, il tavolo così com’è composto, perche dobbiamo riprendere un percorso che ci deve vedere impegnati insieme. “In Parlamento dovremo ulteriormente migliorare le misure inserite nel Decreto Rilancio. Abbiamo bisogno – ha sostenuto Bellanova – di far vivere sempre di più l’agricoltura come il settore dell’innovazione, dove c’è bisogno di nuove competenze, di professionalità, di eccellenze, che devono essere formate dal nostro sistema scolastico e universitario. Per fare questo bisogna avere un’idea di sistema Paese dentro il quale impiantare il modello di sviluppo sul quale vogliamo destinare risorse pubbliche. L’emergenza sanitaria – ha proseguito il ministro – ha messo tutti quelli che hanno penato di affrontare con superficialità il tema dello sviluppo rurale e del settore agricolo, nella necessità di doversi ricredere, perché proprio in questi mesi si è evidenziata in tutta la sua forza la strategicità del settore agroalimentare, perché insieme alla filiera della sanità c’è quella che ho chiamato la filiera della vita, la filiera agroalimentare che ci ha messo nella condizioni di avere momenti di normalità a partire dal poter fare la spesa e a non cambiare le nostre abitudini alimentari. E allora,ms e per due mesi la normalità nella nostra vita è stata rappresentata da questa filiera, è bene adesso non ignorare questa strategicità e investire risorse. Per questo ho combattuto e credo che in Parlamento dovremo ulteriormente migliorare le misure che sono inserite anche nel Decreto Rilancio. Dico questo perché molti pensano che la filiera agricola, siccome è stata in attività, non aveva bisogno di ulteriori interventi dal punto di vista economica”. “Ma se è vero che filiera agricola è stata in attività e ha consentito quello che dicevo prima – ha concluso Bellanova – è anche vero che, avendo chiuso ristoranti, alberghi, bar, enoteche e avendo avuto purtroppo una contrazione sull’export dei nostri prodotti agroalimentari, subiamo anche delle perdite pesanti. Nei mercati esteri “abbiamo spazi enormi che dobbiamo andare a presidiare. L’agricoltura – ha sostenuto Bellanova – continuerà ad avere un ruolo importante nell’export, noi infatti esportiamo oltre 43 miliardi di euro di prodotti agroalimentare ogni anno e subiamo un furto di oltre 100 miliardi di euro all’anno di identità. Non dobbiamo permettere che questa fase tremenda che stiamo vivendo dell’emergenza sanitaria possa concorrere oltre, con le difficoltà economiche delle nostre imprese, ad abbassare la qualità delle nostre produzioni. Noi invece – ha affermato il ministro delle Politiche agricole – dobbiamo rafforzare la qualità per andare a presidiare, appena sarà possibile, un rilancio dell’export a livello mondiale e andare a presidiare quei mercati”. Bellanova ha quindi ricordato che “nel momento in cui è scoppiata l’emergenza coronavirus dovevo recarmi per sottoscrivere in protocollo per vendere riso alla Cina, protocollo che poi abbiamo sottoscritto attraverso la nostra ambasciata a Pechino. La Cina, che è il Paese che produce e consuma la più alta quantità di riso al mondo, ha fatto con noi un protocollo nel quale noi esporteremo il riso per risotti, perché la qualità della nostra produzione è apprezzata e molto richiesta. Come vedete, abbiamo spazi enormi, che dobbiamo andare a presidiare. Molti ridevano quando dicevo che noi faremo un accordo per vendere il riso alla Cina: l’accordo l’abbiamo fatto, con grande soddisfazione dei risicoltori. Dobbiamo continuare a lavorare in questo e possiamo farlo se investiamo sulla qualità”.
Redazione Calabria 7