Sit-in di protesta davanti alla prefettura di Cosenza, questa mattina, per chiedere la tutela e il rispetto dei diritti dei migranti. I manifestanti hanno esposto striscioni e cartelli con scritte come “Libertà e diritti per i migranti”, “Basta speculazioni e burocrazia”, “Per colpa della burocrazia perdiamo il lavoro”, “Freedom and Respect”. Chiedono di ridurre i tempi d’attesa per il rinnovo del permesso di soggiorno, tempi oggi molto lunghi e a causa dei quali si può anche rischiare di perdere il lavoro. Ma chiedono anche di essere trattati meglio al momento del disbrigo delle pratiche, che avverrebbe spesso senza un mediatore culturale, senza un traduttore e anche dopo lunghe attese per strada, al caldo o sotto la pioggia. Infine i migranti denunciano una vera e propria “vendita delle residenze”: persone senza scrupoli offrirebbero, dietro il pagamento di qualche centinaio di euro, delle dichiarazioni di residenza false, di cui molti di loro sono purtroppo costretti ad usufruire per poter continuare a lavorare in attesa della documentazione di legge.
Le testimonianze
Le testimonianze
“Siamo qui per chiedere la fine di ogni abuso e discriminazione da parte delle istituzioni. Le questure calabresi – affermano dalla pagina facebook Documenti per tutt – ci impiegano mesi se non anni a rinnovare i permessi di soggiorno, senza i quali non possiamo lavorare; spesso bloccano le pratiche senza motivo e alimentano speculazione e sfruttamento, obbligandoci a comprare contratti d’affitto fasulli per ottenere la residenza. Siamo lavoratori e lavoratrici immigrate che vivono in occupazioni e insediamenti informali, che lavorano in città e in campagna. Siamo essenziali all’economia di questo territorio e per questo chiediamo rispetto. Siamo qui davanti alla Prefettura per spiegare i nostri problemi. Se vai a rinnovare il permesso di soggiorno ti danno un appuntamento dopo molti mesi, e ci consegnano il permesso quando è già quasi scaduto. In questura ci trattano male, non ci rispettano. Non ci sono nemmeno mediatori. Io stavo lavorando, e ho perso il lavoro perché il permesso è scaduto, e come me tanti altri. Per questo siamo qua: viviamo qui, questa è la nostra città, e chiediamo alla Prefettura di fare qualcosa per risolvere questi problemi”.