Mobbing al Pronto soccorso di Catanzaro, replica Costanzo: “Esposto calunnioso”

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In merito all’articolo pubblicato su questa testata giornalistica Mobbing al Pronto soccorso di Catanzaro, Codacons presenta esposto in Procura riceviamo e pubblichiamo la replica del legale Pino Pitaro, difensore dell’infermiera del “Pugliese-Ciaccio” Manuela Costanzo.

“La mia assistita è un’infermiera dipendente dell’A.O. “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro che ha sempre svolto il suo lavoro con la massima professionalità, dedizione e correttezza. Ella ha svolto l’incarico di coordinatrice del reparto di “Pronto Soccorso” dopo aver superato una selezione pubblica specificatamente indetta. La mia assistita, circa due mesi addietro, senza che mai l’Azienda abbia avviato alcun procedimento disciplinare, è stata temporaneamente trasferita in altro reparto per ragioni ad oggi sconosciute e finanche incomprensibili. Con atto datato 28.12.2020, a mia firma, la dott.ssa Costanzo ha richiesto all’A.O. “Pugliese Ciaccio” di essere trasferita nel reparto ove ella si trovava perché vincitrice di una selezione pubblica. Solo oggi, e grazie al Vostro organo di stampa, la mia assistita scopre che vi sarebbe un esposto contro di lei, ad oggi mai notificatole e ad ella sconosciuto, da parte del Codacons per presunti atti di mobbing. La cosa è ridicola ed offensiva ed è dettata probabilmente da motivi extraprofessionali finalizzata a colpire la dott.ssa Costanzo che svolge il ruolo di Consigliere comunale nella Città di Catanzaro. In buona sostanza, la mia assistita da vittima viene dipinta quale carnefice a sua insaputa. A parte l’anomalia di aver conosciuto la sussistenza di un atto di denuncia per mobbing attraverso un organo di stampa, ma oramai cosi è nel nostro Paese, ciò che mi preme evidenziare è che tale esposto è assolutamente infondato e calunnioso: mi chiedo come si possa diffamare e violare la reputazione personale e professionale di una persona, sbandierando ai quattro venti fantasiose accuse, senza che mai nessun giudice e nessuna commissione di disciplina si sia pronunciata in merito e senza che mai nessuno abbia sentito il dovere di notificare alcunché alla dott.ssa Costanzo.

“La mia assistita è un’infermiera dipendente dell’A.O. “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro che ha sempre svolto il suo lavoro con la massima professionalità, dedizione e correttezza. Ella ha svolto l’incarico di coordinatrice del reparto di “Pronto Soccorso” dopo aver superato una selezione pubblica specificatamente indetta. La mia assistita, circa due mesi addietro, senza che mai l’Azienda abbia avviato alcun procedimento disciplinare, è stata temporaneamente trasferita in altro reparto per ragioni ad oggi sconosciute e finanche incomprensibili. Con atto datato 28.12.2020, a mia firma, la dott.ssa Costanzo ha richiesto all’A.O. “Pugliese Ciaccio” di essere trasferita nel reparto ove ella si trovava perché vincitrice di una selezione pubblica. Solo oggi, e grazie al Vostro organo di stampa, la mia assistita scopre che vi sarebbe un esposto contro di lei, ad oggi mai notificatole e ad ella sconosciuto, da parte del Codacons per presunti atti di mobbing. La cosa è ridicola ed offensiva ed è dettata probabilmente da motivi extraprofessionali finalizzata a colpire la dott.ssa Costanzo che svolge il ruolo di Consigliere comunale nella Città di Catanzaro. In buona sostanza, la mia assistita da vittima viene dipinta quale carnefice a sua insaputa. A parte l’anomalia di aver conosciuto la sussistenza di un atto di denuncia per mobbing attraverso un organo di stampa, ma oramai cosi è nel nostro Paese, ciò che mi preme evidenziare è che tale esposto è assolutamente infondato e calunnioso: mi chiedo come si possa diffamare e violare la reputazione personale e professionale di una persona, sbandierando ai quattro venti fantasiose accuse, senza che mai nessun giudice e nessuna commissione di disciplina si sia pronunciata in merito e senza che mai nessuno abbia sentito il dovere di notificare alcunché alla dott.ssa Costanzo.

Per tale ragione, e per quello che ho già scritto nel mio sopra citato atto del 28.12.2020, che pure Vi allego, la mia assistita è costretta, suo malgrado, a depositare presso la Procura della Repubblica di Catanzaro esposto-querela per diffamazione, nei confronti di tutti i soggetti responsabili, a tutela della sua immagine e della sua reputazione morale e professionale, richiedendo, nell’instaurando procedimento penale, l’importo di euro 200.000,00 a titolo di risarcimento danni da devolvere interamente al Pugliese Ciaccio per l’acquisto di attrezzature mediche”.

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