di Mirko Monterosso – Il caso delle presunte molestie sessuali da parte di un professore nei confronti di alcune ragazze del liceo Valentini-Majorana di Castrolibero, in provincia di Cosenza, finisce nel mirino de “Le Iene”. Gli studenti dell’istituto superiore, che ospita 1400 studenti, occupano la struttura da ormai una settimana, dopo che una delle alunne ha denunciato di essere stata oggetto di molestie da parte di un docente. La Procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta e, anche durante la giornata di ieri, i Carabinieri sono intervenuti sul posto per acquisire ulteriore materiale ai fini delle indagini. La preside, che sarebbe stata già da tempo al corrente dei fatti, secondo i giovani “non avrebbe fatto abbastanza, insabbiando la vicenda”. L’inviata de Le Iene, per tutti Nina, si è recata nel liceo di Castrolibero per incontrare le ragazze, la preside e il professore accusato.
“Foto in cambio della sufficienza”
“Foto in cambio della sufficienza”
“Io ero minorenne e lui mi aveva chiesto di fare alcune foto al seno”, afferma Emma, una studentessa intervistata dalla giornalista. “La preside – spiega – tendeva a nascondere tutte le vicende. Io avevo 14 anni e lui, sia con me che con altre mie compagne di classe, faceva sempre battutine. Mi chiedeva foto al seno in cambio della sufficienza”. Alcuni alunni, presenti quel giorno, raccontano della loro amica “intimorita, impaurita e con la faccia pallida. Era così palese che fosse distrutta – continuano in merito all’episodio -, non poteva recitarla quell’emozione così forte”.
Tra le studentesse molestate dal professore anche Sara. “Lui mi avvolgeva per indicarmi le cose sul foglio e mi toccava il seno. Poi scendeva, la schiena, il sedere… È successo più volte nel corso dell’anno”. Anche tale situazione viene confermata dai compagni, che incalzano: “Durante i compiti in classe il docente si metteva sempre vicino questa nostra amica toccandola e palpandola. Davanti a tutti. Eravamo intimoriti, avevamo 14 anni ed eravamo piccoli”, raccontano tuttora con un filo di tensione alla “Iena”.
La denuncia
L’ultimo giorno di scuola – 9 giugno 2018 – Emma e Sara decidono di andare a denunciare i fatti dalla preside, accompagnate da alcuni compagni. “La sua reazione – dichiarano – è stata di incredulità. Successivamente ci ha cacciate via. Ci ha detto di non sporgere denuncia perché se la sarebbe vista lei, licenziando il professore”. Ma la preside, al microfono dell’inviata, nega ancora oggi gli avvenimenti: “Noi non eravamo a conoscenza di nulla. Non so cosa sia successo, devo investigare all’interno”. Al ritorno dalle vacanze però, stranamente e senza alcuna sospensione, il professore accusato non è presente. A mancare tra i banchi di scuola è anche Sara che non riesce a dimenticare le sensazioni subite qualche mese prima. “Non mi sentivo più a mio agio, ho dovuto cambiare scuola.”
Dopo qualche tempo, tra lo stupore generale, il docente torna ad insegnare. Come se nulla fosse. Ma, durante l’anno scolastico 2020/2021 un’altra ragazza, Gaia, accusa il professore. “Ha iniziato con un atteggiamento da simpaticone per poi passare alle battutine sull’abbigliamento e sulle scollature. Avevo 16 anni. Un giorno sono rimasta in classe da sola e lui mi ha avvicinata al muro, ad un termosifone, e mi ha toccata per chiedermi del sesso. Successivamente ha iniziato a inviarmi dei messaggi, provando a videochiamarmi più volte”. Anche Gaia, come le altre alunne, viene bloccata dalla preside che, a suo dire, “metteva il bastone tra le ruote”. I carabinieri, nel frattempo, cercano di fare luce sulla lunga vicenda.