È quella che fa riferimento a Bartolo Bruzzaniti, trafficante pluripregiudicato con legami con le famiglie di ‘ndrangheta di Africo (Reggio Calabria) la struttura radicata in Lombardia con proiezioni nazionali smantellata dall’inchiesta ‘Money delivery’ della Dda e della GdF di Milano che ha portato, su ordine della gip Stefania Donadeo, all’esecuzione di 38 arresti in carcere e due obblighi di presentazione alla pg. Con questo gruppo ritenuto “autorevole e affidabile” avrebbero fatto affari con carichi dall’Olanda di 300 chili di droga a settimana i broker internazionali Raffaele Imperiale e Bruno Carbone. Il gruppo Bruzzaniti avrebbe poi rifornito altri gruppi riforniti, trai quali quello della Comasina capeggiato da Davide Flachi, figlio dello scomparso boss Pepè (già oggetto di ordinanza custodiale in seguito della quale è stato recentemente condannato alla pena di anni venti di reclusione).
Viola: “Imponente entità del narcotraffico”
Viola: “Imponente entità del narcotraffico”
A giudizio del procuratore capo di Milano, Marcello Viola, l’inchiesta in questione testimonia “l’imponente entità del narcotraffico nel territorio milanese in cui c’è un elevato incrocio tra domanda e offerta. Un mercato che non ha flessioni e continua a espandersi con droghe finora poco conosciute”.
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