Sconcerto e dolore per l’agguato omicida avvenuto il 10 giugno a Campana e che ha visto la morte del trentaquattrenne Saverio Santoro e un appello a vincere l’omertà. Sono questi i sentimenti che animano la mano del vescovo dell’arcidiocesi di Rossano-Cariati Giuseppe Satriano che ai «fratelli e alle sorelle della Comunità di Campana» ha scritto una lettera.
Sconcerto nel cuore
Sconcerto nel cuore
«Scrivo – dice il vescovo in merito ai fatti di Campana – per comunicarvi la condivisione di un dolore profondo per i fatti accaduti pochi giorni fa. Avverto lo sconcerto del cuore e la paura che blocca la vita e la rende amara. Avrei desiderato essere lì con voi, come ho fatto nei giorni della pandemia, per pregare insieme e mettere il mio cuore accanto al vostro, ma i motivi di salute che ben conoscete me lo impediscono. Mi stringo alle vittime e a ciascuno di voi attraverso le Istituzioni, che saluto: il sindaco, il vostro amato parroco, don Francesco, le Forze dell’ordine».
Continua monsignor Satriano: «Oggi celebriamo il dono e il mistero del Corpo e Sangue di Cristo, segno della sua vita donata per la nostra salvezza. In questo giorno consacrato al ricordo del dono supremo d’amore con cui Cristo ha salvato la vita dell’uomo, donando la sua, condanno, insieme all’intera Chiesa di Rossano-Cariati, l’atto criminoso di questi ultimi giorni e denuncio il nostro dolore: per le vittime e i carnefici, di oggi e di ieri; per una Comunità ferita e dilaniata nel suo intimo poiché si vìola, ancora una volta, il tabernacolo sacro della vita di una persona».
Campana onesta e laboriosa, niente omertà
«Da sempre Campana ha saputo esprimere onestà, laboriosità e spirito di sacrificio nella vita dei suoi cittadini – continua il vescovo – ma c’è un virus che sembra voler intaccare queste nostre contrade e che desidera sottrarci la bellezza del poter vivere respirando aria pura, libera dai desideri malsani di chi ci vuole asservire ad una mentalità di illegalità e di violenza. Questo virus si chiama malaffare e, nelle modalità più impensabili, si insinua nei vissuti, permeando con il compromesso le varie dimensioni del vivere sociale, nell’intento di coltivare interessi individuali a dispetto del bene comune. Un virus che, mediante il silenzio omertoso, deturpa le scelte di vita più belle aprendole alla paura e all’angoscia, rendendoci così schiavi di logiche criminali».
«Come credenti, sentiamoci chiamati a dare il nostro contributo per arginare questa deriva di morte, rinnovando la nostra adesione a Dio e rigettando ogni forma di male attraverso una credibilità operosa. Siamo chiamati a dare ragione della misericordia di Dio che, attraverso il dono del suo Figlio, ci chiama ad una vita audace, coraggiosa, dove osare la fiducia nel domani – continua ancora l’arcivescovo di Rossano-Cariati commentando l’omicidio di Campana – Come cittadini sentiamo forte l’appartenenza ad un territorio che, sempre più nutrito di scelte civiche dal profilo alto, possa attestarsi libero da ogni asservimento malavitoso. Questa terra è nostra e nessuno ce la deve strappare. In questa terra desideriamo vivere e abitare senza paura. È giunto il momento di denunciare e minare la tracotanza di quanti oltraggiano la nostra dignità. Impegniamoci insieme con le armi della giustizia, confidando nel Signore, avendo fiducia e collaborando con le Istituzioni preposte, che mettono a repentaglio la loro vita per tutelare la nostra. Ad esse chiediamo, con accorata riconoscenza, una sempre crescente vicinanza nel marcare il territorio».