di Antonio Battaglia – Continua a infiammarsi la querelle politico-mediatica sullo scandalo sanità in Calabria. La puntata odierna di “Non è l’Arena”, condotta da Massimo Giletti su La7, ritorna sul delicato tema con contenuti spinosissimi e numerosi ospiti. Ad aprire la sezione dedicata alla Calabria un intervento di Jessica Cosenza, esponente del collettivo FEM.IN. Cosentine in Lotta: “Ci occupiamo di sanità da diverso tempo. Avevamo condotto un’indagine sui consultori in tempo di lockdown. Abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con Zuccatelli, che ci disse di voler riaprire gli ambulatori il primo giugno. Così non è stato, anzi lui ha lasciato un dipartimento in piena riorganizzazione.
Poi, sulla tanto discussa data del video in cui Zuccatelli nega l’importanza delle mascherine: “Quelle immagini sono del 27 maggio. Ma Zuccatelli ha fatto il bello e il cattivo tempo durante il lockdown, ad esempio – affermano – autorizzò la riapertura di un Centro clinico del signor Citrigno. In Calabria ci sono evidenti collegamenti tra mafia, politica e sanità”.
“E’ necessario nominare Gino Strada”
“C’è necessità di prendere coraggio e dire che in Calabria è necessario porre Emergency come baluardo per fermare le infiltrazioni della ‘Ndrangheta, che fa più soldi con le Asp che con la cocaina – afferma Nicola Morra, senatore e presidente della Commissione parlamentare antimafia – Se su 5 aziende sanitarie, 2 sono sciolte per infiltrazioni mafiose c’è qualche problema”.
“Gino Strada può rivoluzionare la sanità calabrese e sto cercando di far capire a chi ha paura che serve coraggio – ribadisce – Insieme ai colleghi calabresi del M5s stiamo valutando tante opzioni. Siamo disposti a non votare il decreto Calabria se non dovessero nominare Gino Strada”.