di Gabriella Passariello- “Le mafie sono l’antistato da sempre e se non si combattono con determinazione non è che si sostituiscono, ma si confondono con lo Stato ed è peggio. E se gli affiliati sono poche decine di migliaia, quelli che cooperano con le consorteria sono molti di più, anche solo mettendo in atto atteggiamenti episodici, ma sempre censurabili”. L’ha detto il presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra intervistato prima dell’inizio del processo Rinascita Scott, soffermandosi sulla necessità di combattere il concorso esterno, da lui definito “un vulnus formidabile”, non usando mezzi termini nel dire che chi appoggia la consorteria mafiosa per ottenere un singolo vantaggio è un cittadino infedele nei confronti dello Stato e ancora di più lo è, se si tratta di un rappresentante delle istituzioni e della pubblica amministrazione.
“L’applaudo a Tallini un dileggio nei confronti delle istituzioni”
“L’applaudo a Tallini un dileggio nei confronti delle istituzioni”
Incalzato dai giornalisti sull’applauso riservato al consigliere Mimmo Tallini, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro, nome in codice “Farmabusiness, al suo rientro in aula in Consiglio regionale, ha dichiarato: “Tallini e Raffa erano impresentabili non per volontà della presidenza della Commissione Antimafia, ma per un codice di autoregolamentazione che è stato votato finanche dalla stessa forza politica che ha candidato Tallini. E allora la questione è semplice se tu sottoscrivi un accordo e poi vieni meno allo stesso che credibilità hai in termini sociali e politici? Ma se questo avviene è perché forse in Calabria, soprattutto il voto amministrativo non è libero. Poi relativamente agli applausi che si sono prodotti quando Tallini è rientrato in Consiglio regionale, credo che il migliore commento sarebbe proiettare quelle immagini su tutti i tg per far capire quanto qui ancora si debba investire in cultura della legalità. Io capisco il rispetto alla persona, ma non capisco affatto il dileggio nei confronti delle istituzioni”.
Il potere mondiale della ‘ndrangheta
La ‘ndrangheta viene considerata oggi la consorteria mafiosa più potente in Europa e nel mondo, “si sostiene che abbia radicamenti in oltre 30 paesi e in tutti e cinque i continenti. Se si pensa che secondo gli studi di Nicaso e secondo le vicende giudiziarie, le stesse elezioni del sindaco ad Adelaide in Australia sarebbero state determinate dal voto dei calabresi, afferenti alle locali di ‘ndrangheta lì operanti, si comprende- ha concluso il presidente della Commissione Antimafia-, come la ‘ndrangheta sia una realtà mondiale, ma il problema non è solo far capire che bisogna rifiutare i codici della ‘ndrangheta, ma soprattutto comprendere che è necessario rifiutare i soldi della criminalità organizzata”.
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