Morti sul lavoro in Calabria, bollettino di guerra tra assenza di controlli e precariato (VIDEO)

"Se pensiamo di uscire dalla crisi contraendo la sicurezza e i diritti dei lavoratori, accumuleremo solo ritardi non più colmabili rispetto all'Europa"

Morti bianche in Calabria. Questa mattina nella Casa delle Culture di Catanzaro il segretario nazionale della Slc-Cgil Riccardo Saccone ha partecipato all’incontro organizzato dall’Area Vasta Cgil, Cisl Magna Graecia e Uil con al centro “Un impegno comune per la salute e la sicurezza sul lavoro“. “L’Italia ha scelto anni fa di contrarre i costi e i diritti dei lavoratori per essere competitiva sul mercato, bisogna far rinascere una cultura della sicurezza. Ci stiamo abituando – ha denunciato Saccone – al bollettino di guerra, non è tollerabile. Dobbiamo ripartire senza lasciare indietro nessuno. Il sindacato propone di puntare sulla formazione e combattere i contratti pirata perché in appalti e subappalti si annida la totale assenza di misure di sicurezza. Se pensiamo di uscire dalla crisi contraendo i diritti dei lavoratori, accumuleremo solo ritardi non più colmabili rispetto all’Europa”.

Saccone: “Le morti del lavoro sono una forma di omicidio”

Saccone: “Le morti del lavoro sono una forma di omicidio”

Il contratto a tempo indeterminato non deve essere l’eccezione per pochi privilegiati, ma la norma del mercato del lavoro in Italia. Certo, forme di flessibilità possono esistere, ma non nel far west al quale assistiamo oggi che si muore sui posti di lavoro perché non c’è neanche il rispetto minimo delle regole a tutela dell’incolumità del dipendente. La digitalizzazione – ricorda Saccone –  può aiutarci. Possiamo fare controlli quotidiani su tutte le aziende attraverso banche dati dedicate, già esistenti, che nell’immediato ci informano sulla forza lavoro impiegata, il tipo di mansioni che svolge e gli obblighi assolti dal titolare. Il denaro pubblico che arriverà dal Pnrr per far ripartire il Paese va utilizzato per far rispettare le regole, altrimenti premiamo comportamenti illeciti e criminali. Le morti sul lavoro sono per me una forma di omicidio. Il segreto sta nel ricomporre le filiere ed evitare che le persone si perdano in mille rivoli e vangano lasciati soli a rischiare la vita”.

Numerosi incidenti sul lavoro

“La manifestazione di oggi – ha affermato Salvatore Mancuso, segretario generale Cisl Magna Graecia Catanzaro – Crotone – Vibo – nasce per dare risposte ai numerosi incidenti che si stanno registrando sul lavoro. Diversi sono gli incidenti ogni anno, nel 2021 ben 1.400 con un incremento del 18%. Capitano o per incuria del lavoratore o perché sono le stesse imprese che non prestano attenzione alla loro sicurezza che viene considerata come un costo. Oggi vogliamo lanciare un grido d’allarme per accendere i riflettori su questo tema perché solo parlandone si possono tentare di ridurre i rischi. Questo incontro cade in un giorno particolare, l’attacco della Russia all’Ucraina, condannato all’unanimità da Cgil, Cisl e Uil auspicando che tutte le forze politiche riescano a trovare una soluzione contro questo attacco”.

Ogni giorno perdono la vita tre lavoratori

“In questa settimana abbiamo promosso una serie di assemblee sui luoghi di lavoro – sottolinea Enzo Scalese segretario generale Cgil Area Vasta Catanzaro – Crotone – Vibo – e di incontri con gli studenti perché i dati sono inconfutabili: ogni giorno in Italia perdono la vita tre lavoratori. Una condizione inaccettabile per un Paese civile. Le istituzioni non stanno affrontando concretamente questo problema che è ormai diventato un dramma. Siamo qui per unirci ed incardinare un ragionamento che possa contrastare questa tendenza. Il decesso degli studenti durante l’alternanza scuola-lavoro ha manifestato il paradosso della tragica situazione della sicurezza sui posti di lavoro in Italia. Chiediamo con determinazione che si ponga fine a questo fenomeno e che i protocolli di sicurezza siglati vengano rispettati. Ogni perdita umana, ogni infortunio, ogni malattia professionale è per noi una sconfitta. Per questo motivo puntiamo a fare formazione, promuovere informazioni sulle norme da seguire a tutela della propria incolumità tra giovani e studenti. Dal suo canto il Governo non ci aiuta, delle risoluzioni promesse non vi è traccia”.

Serve inasprire le sanzioni

“Ribadiamo ciò che stiamo dicendo da diversi anni – ha dichiarato Santo Biondo segretario generale Uil Calabria – Catanzaro – Vibo – con le nostre campagne di denuncia e sensibilizzazione. Serve inasprire le sanzioni nei confronti di un mondo del lavoro che sta penalizzando soprattutto i giovani per effetto del precariato. Un paese che vuole modernizzarsi, così come ci chiede l’Europa, non può certamente avere una vera e propria guerra sul lavoro con la morte di centinaia di lavoratori. Chiediamo l’intervento del Governo non solo sul piano repressivo, ma anche sul fronte dei controlli che devono essere potenziati con l’assunzione di nuovi ispettori del lavoro. La Calabria su questo aspetto è deficitaria: abbiamo chiesto alla Regione Calabria l’insediamento di una commissione regionale sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e ancora attendiamo risposte da parte del governatore Occhiuto. I ragazzi saranno i futuri lavoratori per questo devono conoscere il tema della sicurezza. I contratti di lavoro precari indeboliscono il potere contrattuale dei lavoratori all’interno dei luoghi di lavoro. Bisogna smettere di precarizzare il lavoro come succede al Sud Italia. Abbiamo proposto al Governo Draghi di attuare quello che ha fatto la Spagna: l’unico contratto di ingresso nel mondo del lavoro deve essere a tempo indeterminato consentendo alcune flessibilità solo quando ci sono esigenze di tipo produttivo. Non può essere la prevalenza del lavoro precario a guidare l’economia. Il 90% dei nuovi posti di lavoro è precario, se non i lavoratori non si stabilizzano sono più deboli. E quando il lavoratore è debole si può morire di lavoro. Questo è inaccettabile”. (mti)

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