“E’ una strage silenziosa, indegna per un Paese che si dice civile, dove “morire di lavoro” è diventato una emergenza che non si può affrontare con note di cordoglio e solidarietà. Davanti all’ennesima tragedia, quella consumata pochi giorni fa a Lamezia, peraltro a poche ore di distanza da un altro incidente fatale sul luogo di lavoro, abbiamo il dovere di interrogarci su come affrontare questo tema in maniera concreta e operativa, per interrompere la conta dei morti e delle famiglie distrutte dal dolore. Occorre finalizzare e rafforzare l’attività sanzionatoria, garantire più controlli, più vigilanza, in poche parole: diffondere la cultura della prevenzione”. E’ quanto afferma il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese nel comunicare lo svolgimento del sit-in che si terrà davanti alla Prefettura di Catanzaro, lunedì 18 settembre alle 10, facendo seguito alla richiesta di incontro indirizzata al prefetto Enrico Ricci, sottoscritta dalla Cgil Area Vasta con Salvatore Mancuso e Santo Biondo, rispettivamente segretario generale della Cisl Magna Graecia e della Uil Catanzaro Vibo. “Ribadiamo che le morti sul lavoro non sono solo una fatalità, ma hanno delle responsabilità che vanno accertate, ma nel contempo chiediamo a tutte le istituzioni di avviare un’azione radicale non solo degli organi di controllo preposti e delle forze dell’ordine, affinché non si metta in pericolo la vita delle persone che a nostro avviso ormai è diventato un problema per la sicurezza pubblica.
Cavallaro (Cisal): basta parlare di tragica fatalità
Cavallaro (Cisal): basta parlare di tragica fatalità
“Brandizzo, Lamezia Terme, Padova. Piemonte, Calabria, Veneto, Lombardia. Nelle sole due settimane che separano il drammatico incidente ferroviario, le cronaca riportano 22 morti bianche. La tragedia delle morti bianche non è emersa in questi mesi ma si trascina da decenni. Si smetta di parlare di tragica fatalità perché queste parole implicano una rassegnata accettazione di ciò che accade. E non ci si può rassegnare: anche una vittima, una sola, è comunque troppa. Non stiamo facendo abbastanza, come ha sottolineato anche il Presidente Mattarella. L’incremento di 800 ispettori definito nei giorni scorsi è solo un primo passo. La cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro, le scuole a partire dai più giovani. Bisogna pensare a una riforma organica che preveda una sorta di passaporto di qualità che individui e premi le imprese virtuose in tema di prevenzione e sicurezza, penalizzando al contrario le altre. Uno strumento utile in primis ai lavoratori, che avrebbero un indicatore chiaro. Lavoratori che non devono essere costretti ad accettare condizioni di sicurezza inaccettabili per timore di perdere l’impiego o guadagnare un po’ di più. Perché passi che si lavori per vivere, ma non
che si muoia di lavoro”. Così il Segretario Generale della Cisal, Francesco Cavallaro, su ‘Il Tempo’.
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