Uno si è astenuto, l’altro ha addirittura votato a favore. La seduta del Consiglio regionale, che ha dato il via libera alla fusione dell’autorità sul servizio di gestione dei rifiuti urbani e dell’acqua, si è rivelata un trionfo per la maggioranza che sostiene Roberto Occhiuto e un mezza debacle per l’opposizione che inizia a perdere pezzi. Il Movimento Cinquestelle non ha espresso la sua contrarietà alla multiutility su acqua e rifiuti: Davide Tavernise si è astenuto e Francesco Afflitto ha addirittura votato a favore provocando la reazione di Antonio Lo Schiavo, uno dei “falchi” di De Magistris e tra i pochi a fare opposizione “dura e pura” al governatore della Calabria. L’esponente di Dmp ha tra l’altro preannunciato le sue dimissioni dalla vice presidenza della Commissione speciale di Vigilanza guidata proprio dal “grillino” Afflitto.
La “giustificazione” del capogruppo M5S
La “giustificazione” del capogruppo M5S
Nelle ultime ore ha provato a giustificare la sua astensione Davide Tavernise che in una nota diramata agli organi di stampa ha parlato di “legge migliorata grazie agli emendamenti proposti dal M5S” con lo scopo di uscire dall’imbarazzo. Il suo voto di astensione – sostiene – sarebbe stato concordato con il gruppo parlamentare M5S calabrese. “La maggioranza del governo regionale esprimendo parere favorevole – prosegue il capogruppo dei Cinquestelle in Consiglio regionale -, e quindi approvando, l’emendamento che vuole, al posto di un solo revisore, un collegio di revisori, composto da tre membri, chiamati a controllare una spesa pubblica aggirante tra i 5 e i 6 miliardi, ha mostrato sicuramente di voler fare dei passi in avanti rispetto alle rigidità iniziali. Un passo in avanti rappresenta, poi, l’impegno dell’esecutivo regionale nel cercare, come richiesto dal M5S, una soluzione perché città importanti come Corigliano Rossano e Lamezia Terme, rispettivamente la terza e la quarta città della Calabria per popolazione, siano di diritto membri del comitato d’ambito”. Per Tavernise l’approvazione dell’emendamento, proposto dal M5S, in tal senso avrebbe impedito “un fortissimo accentramento dei poteri nelle mani del presidente di giunta a discapito proprio dei sindaci, già penalizzati nell’iter che ha segnato il passaggio in aula della legge”.
Opposizione spaccata
Resta il dato politico della vicenda con il voto contrario del Pd, del gruppo De Magistris e del Misto con in testa Amalia Bruni. Ad una settimana di distanza dall’ultima seduta del Consiglio regionale, si è giocata completamente un’altra partita con la maggioranza sempre più compatta intorno a Roberto Occhiuto e l’opposizione che, di fatto, ha perso per strada mezza gamba.