Muore dopo incidente con cinghiale: Regione scrive a prefetti

cinghiali Calabria

Il consigliere regionale con delega all’agricoltura, Mauro D’Acri, ha scritto ai prefetti calabresi chiedendo un incontro “da realizzare con la massima urgenza” finalizzato all’adozione di misure straordinarie per contrastare la presenza, ormai sempre più fuori controllo, di cinghiali sul territorio regionale. La vicenda è tornata d’attualità dopo la morte di un giovane che, dopo aver investito un cinghiale con una moto, è stato aggredito dall’animale ed è deceduto dopo un mese d’agonia.

“La Regione Calabria – spiega D’Acri – ha messo in atto tutte le possibili azioni, realizzabili all’interno del quadro dell’attuale legislazione nazionale e regionale, e nei giorni scorsi sono stato latore di una lettera indirizzata al ministro Centinaio nella quale chiedo allo stesso di farsi promotore di un incontro con il ministro dell’Ambiente e con i colleghi delle altre regioni al fine di affrontare un’adeguata e ormai non rinviabile riforma della Legge Quadro 157/92 che regolamenta la protezione della fauna selvatica omoterma e il prelievo venatorio. Nelle more della convocazione da parte del ministro – continua – ritengo opportuno un incontro con Lei e i suoi colleghi al fine di individuare possibili percorsi e interventi finalizzati a mettere in campo azioni urgenti finalizzate a limitare ed evitare, almeno, i pericoli sempre più frequenti d’ordine pubblico che coinvolgono persone e cose”. D’Acri spiega che gli interventi effettuati fino ad ora (l’aumento del numero di capi da abbattere attraverso la caccia di selezione, da 500 a 3.400, e la sperimentazione di trappole e recinti elettrificati nelle zone ritenute maggiormente a rischio) “possono risultare palliativi al problema, ma non sono stati capaci di risolverlo del tutto”.

“La Regione Calabria – spiega D’Acri – ha messo in atto tutte le possibili azioni, realizzabili all’interno del quadro dell’attuale legislazione nazionale e regionale, e nei giorni scorsi sono stato latore di una lettera indirizzata al ministro Centinaio nella quale chiedo allo stesso di farsi promotore di un incontro con il ministro dell’Ambiente e con i colleghi delle altre regioni al fine di affrontare un’adeguata e ormai non rinviabile riforma della Legge Quadro 157/92 che regolamenta la protezione della fauna selvatica omoterma e il prelievo venatorio. Nelle more della convocazione da parte del ministro – continua – ritengo opportuno un incontro con Lei e i suoi colleghi al fine di individuare possibili percorsi e interventi finalizzati a mettere in campo azioni urgenti finalizzate a limitare ed evitare, almeno, i pericoli sempre più frequenti d’ordine pubblico che coinvolgono persone e cose”. D’Acri spiega che gli interventi effettuati fino ad ora (l’aumento del numero di capi da abbattere attraverso la caccia di selezione, da 500 a 3.400, e la sperimentazione di trappole e recinti elettrificati nelle zone ritenute maggiormente a rischio) “possono risultare palliativi al problema, ma non sono stati capaci di risolverlo del tutto”.

Per D’Acri “neanche l’imminente apertura della stagione della caccia può considerarsi come uno strumento volto alla risoluzione del problema in quanto non si tratta più di una emergenza che riguarda solo il mondo agricolo, ma è diventa una questione di ordine e sicurezza pubblica”. A testimonianza di questo il consigliere scrive delle numerose segnalazioni che arrivano giornalmente da cittadini, comitati, organizzazioni professionali e singoli imprenditori agricoli, “e della notizia di ieri della morte del motociclista che il mese scorso venne disarcionato dal passaggio di un cinghiale nei pressi di Simeri Crichi, in provincia di Catanzaro”.

D’Acri ha deciso, quindi, di scrivere ai prefetti calabresi “con lo scopo di organizzare una riunione straordinaria che possa tracciare un percorso comune di interventi volti a limitare i problemi di ordine pubblico che i cinghiali hanno causato negli ultimi mesi e che stanno causando tutt’ora sempre con maggiore frequenza”.

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