La dottoressa A. V. è stata condannata per omicidio colposo e falso ideologico aggravato a seguito della morte del paziente Domenico Stasi, deceduto il giorno dopo essere stato visitato dalla dottoressa alla Guardia Medica di Cropalati, in provincia di Cosenza, il 16 luglio 2017. Il caso riguarda la vicenda di Domenico Stasi, 53 anni, marito e padre di due figlie, l’avvocato Miriam Stasi e la dottoressa Agnese Stasi, deceduto per infarto miocardico acuto il giorno dopo essere stato visitato dalla dottoressa A. V. nella Guardia Medica di Cropalati il 16 luglio 2017.
La visita con la guardia medica di Cropalati
La visita con la guardia medica di Cropalati
Secondo quanto emerso durante il processo, il signor Stasi si era recato alla Guardia Medica di Cropalati il 16 luglio 2017 con forti dolori al petto e formicolio al braccio. Dopo la visita, la dottoressa A. V. aveva ritenuto che non si trattasse di un caso di infarto, tranquillizzando la moglie del paziente. Tuttavia, il giorno successivo, Stasi era deceduto sul posto di lavoro per infarto miocardico acuto. La moglie del paziente ha quindi deciso di querelare la dottoressa A. V. per omicidio colposo.
Le indagini e il reato di falso
Durante l’indagine, i carabinieri di Mirto Crosia avevano sequestrato il registro delle prestazioni della dottoressa A. V., scoprendo che la diagnosi riportata era del tutto errata rispetto a quella che sarebbe stata successivamente formulata dai medici che avevano effettuato l’autopsia sul corpo del paziente. Alla conclusione dell’udienza preliminare del 28 giugno 2019, la dottoressa A. V. è stata rinviata a giudizio per omicidio colposo e falso ideologico. All’udienza del 18 gennaio 2023 veniva contestato l’aggravante ex art 476 comma 2 c.p. per il reato di falso ideologico. Ieri è stata emessa la sentenza di primo grado che la condanna a un anno di reclusione con sospensione condizionale della pena. Le parti civili sono rappresentate dall’avvocato Arturo Bova del Foro di Catanzaro. La sentenza ha destato grande emozione tra i familiari del signor Stasi e ha riacceso il dibattito sull’importanza di una corretta diagnosi e di un’attenta valutazione del paziente anche in situazioni di emergenza.