Muore in carcere il boss di Lamezia, era tra i primi scarcerati per Covid

Ritenuto il boss di Lamezia, Iannazzo è morto dopo essere stato ricoverato nell'ala sanitaria del carcere quando ormai era troppo tardi per essere curato
morto boss lamezia

Vincenzino Iannazzo è morto ieri mattina in regime di 41 bis, nell’ala sanitaria del carcere di Parma, dove era recluso nonostante le gravissime condizioni di salute. Uno stato “da più parti certificato e documentato – scrive su facebook l’associazione Yairaiha che da anni lotta per i diritti dei detenuti – al punto che lo scorso anno gli avevano applicato il differimento della pena. Il rientro in carcere di Vincenzino Iannazzo è diretta conseguenza del populismo penale agitato con il finto scoop dei boss scarcerati. Solo dopo la settima segnalazione che abbiamo fatto il signor Iannazzo è stato ricoverato in ospedale lo scorso settembre ma ormai era tardi. Tardi per qualsiasi terapia efficace; tardi per avere riconosciuta la sua condizione irreversibile di uomo ammalato. Sorvegliato a vista nonostante fosse ormai incapace di intendere e di interagire con chiunque, gli è stato impedito di ricevere un ultimo abbraccio dalla moglie e dai figli. Giustizia è fatta? È questa la Giustizia? Non in nostro nome. Troppo spesso i diritti umani in Italia perdono”.

Boss Lamezia morto in cella

Boss Lamezia morto in cella

Ritenuto capo storico dell’omonima cosca di Lamezia Terme, il 67enne, meglio noto come “Il Moretto” era malato da tempo. Il boss si trovava in carcere dal maggio 2015, a parte una breve parentesi durata un mese nella primavera del 2020 quando è tornato a casa agli arresti domiciliari a causa della pandemia e dei rischi per la propria precaria condizione di salute. Il medico incaricato aveva reputato incompatibile la sua permanenza in carcere “in assenza di protocolli terapeutici efficaci validati o di vaccino, trattandosi di soggetto particolarmente a rischio, per caratteristiche di genere (maschile), età e deficit immunitario da terapia cronica antirigetto”. L’aggravarsi della malattia era stato riconosciuto anche dal gip del Tribunale di Catanzaro nell’ottobre 2021 che aveva sospeso il processo relativo a un duplice omicidio ritenendolo temporaneamente incapace di partecipare coscientemente al dibattimento per ragioni di salute. La visita di controllo del Ctu era stata fissata per il prossimo 6 aprile 2022.

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