di Mimmo Famularo – Regge anche in Cassazione l’inchiesta della Dda di Milano denominata “Area 51” che nel maggio del 2017 ha sgominato un enorme traffico di droga gestito dalla ‘ndrangheta con infiltrati anche nell’aeroporto di Malpensa. La sesta sezione penale della Corte Suprema ha infatti cancellato una sola condanna. Disposto infatti l’annullamento senza rinvio per non aver commesso il fatto per Agazio Vetrano (difeso dall’avvocato Vincenzo Cicino) che era stato condannato in Appello a 7 anni e 8 mesi di carcere. Stesso verdetto ma limitatamente alla confisca di un immobile per Agazio Samà (ordinato il dissequestro e la restituzione). Nei suoi confronti resta invariata la condanna emessa in secondo grado. Rinvio invece alla Corte d’appello di Milano in altra composizione per la rideterminazione della pena per due dei principali imputati: Damiano Emanuele e Alfio Di Mare. Rigettati invece i ricorsi proposti da Nicola Guido, Raffaele Procopio, Nicola Samà e Marcello Andreacchio. Giudicati invece inammissibili i ricorsi di Francesco Maiuolo, Saverio Gualtieri, Claudio Muccari e Antonio Treattino.
Il verdetto della Corte d’Appello
Il verdetto della Corte d’Appello
Si tratta di affiliati alla locale dei “Gallace” che ha la sua base a Guardavalle, in provincia di Catanzaro, ma con numerose filiali anche nel Lazio (ad Anzio e Nettuno) e in Piemonte (a Casale Monferrato), oltre che in Germania, Spagna e Olanda. Secondo l’accusa il sodalizio gestiva l’importazione dal Sudamerica di enormi quantitativi di cocaina destinata al mercato italiano. L’indagine, che era stata condotta dal Nucelo Investigativo di Milano, si era poi connessa con la ‘Quito 2’ condotta dal Ros di Genova. Nel gennaio del 2020 la Corte d’Appello di Milano aveva rideterminato le pene per Nicola Guido (8 anni e 8 mesi di reclusione), Saverio Gualtieri (7 anni e 4 mesi di reclusione più 28 mila euro di multa), Francesco Maiuolo (5 anni e 4 mesi di reclusione), confermando le condanne per Marcello Andreacchio (6 anni e 8 mesi), Alfio Di Mare (13 anni e 4 mesi), Agazio Samà (8 anni e 4 mesi come il fratello Nicola), Damiano Emanuele (13 anni e 8 mesi); Raffaele Procopio (10 anni e 4 mesi); Claudio Muccari (5 anni e 4 mesi), Antonio Traettino (1 anno e 9 mesi).
Operazione “Area 51”
Il blitz dei carabinieri, sotto la regia della Dda di Milano, è scattato il 23 maggio del 2017. In carcere erano finite inizialmente 21 persone accusate, a vario titolo, di traffico internazionale di stupefacenti con l’aggravante mafiosa. L’operazione aveva smantellato un fiorente traffico di cocaina articolato fra il Sudamerica, la Calabria e la Lombardia, con ramificazioni anche nel Lazio. Gli arresti erano stati invece effettuati tra le province di Milano, Monza e Brianza, Perugia, Alessandria, Catanzaro, Roma, Varese e Vercelli. L’indagine ha preso le mosse dall’arresto in flagranza di reato, nel settembre 2015 a Bareggio, di uno degli imputati, trovato in possesso di 30 chili di cocaina. A partire da questo episodio è emersa l’esistenza di un sodalizio con base ad Arluno, dove la cocaina veniva stoccata in una corte di via Martiri della Libertà. Qui i carabinieri del Nucleo investigativo e del Ros hanno scoperto “l’esistenza di un sodalizio mafioso collegato all’articolazione territoriale della ‘ndrangheta dei Gallace, la cosca originaria di Guardavalle in provincia di Catanzaro”.