Sono state eseguite in Belgio, su disposizione della magistratura locale 9 delle 25 ordinanze di misura cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Catanzaro e notificate stamane nell’ambito dell’operazione “Gentlemen 2” in Calabria, Germania e Spagna, con l’impiego di oltre 200 finanzieri e con l’ausilio di unità Antiterrorismo e Pronto Impiego, unità cinofile antidroga e della componente aerea della Guardia di Finanza.
Le indagini
Le indagini
Le indagini si sono sviluppate attraverso attività di tipo tradizionale, consistenti in servizi di osservazione e pedinamento, oltre che attività tecniche con intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, sia sul territorio nazionale che in Germania, nonché l’analisi dei risultati dei sistemi di comunicazione criptata utilizzati dagli indagati. Fondamentale nell’ambito delle investigazioni – spiegano gli inquirenti – sono stati gli strumenti della cooperazione internazionale sviluppata, mediante l’ opera della rappresentanza italiana ad Eurojust, attraverso l’istituzione della Squadra Investigativa Comune, valido strumento di collaborazione tra le autorità giudiziarie e le forze di polizia, dei vari paesi dell’unione che vi partecipano, che consente, tra l’altro, la partecipazione agli atti investigativi svolti in tutte le giurisdizioni interessate e l’utilizzo diretto dei risultati investigativi in tutti i procedimenti penali instaurati dai vari Stati.
Super latitante preso in Germania
Personaggio centrale dell’organizzazione criminale colpita dall’operazione “Gentleman 2”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, è un broker di origine greca, latitante da alcuni anni: l’uomo è stato catturato in Germania, e al momento dell’arresto era armato con una pistola con il silenziatore. A rivelarlo sono stati gli investigatori nella conferenza stampa nella Procura di Catanzaro. Il superlatitante, destinatario di un mandato di cattura europeo perché deve scontare una condanna a 27 anni, in passato era già stato arrestato dalle forze dell’ordine italiane ma per due volte era riuscito ad evadere: la prima volta nel 2013 dal carcere di Messina e la seconda volta da Rebibbia nel 2016. “Si tratta – ha spiegato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri – di un superlatitante che ha girato mezza Europa e infine si era stabilito in Germania. Per un anno siamo stati in agitazione perché è un personaggio molto pericoloso, poi essendo straniero era difficilmente individuabile, ma è stato attentamente monitorato sia dalle autorità italiane sia da quelle tedesche e belghe e infine bloccato, e ora dovrà rispondere in due procedimenti penali, uno in Italia e uno in Belgio”. Secondo quanto emerge dagli atti dell’inchiesta il superlatitante, che risponde al nome di Nicolaos Liarakos, insieme a un broker di origine albanese era un fornitore di droga delle cosche della Sibaritide colpite dall’odierna operazione.
Progetto “I-Can”
L’investigazione e l’esecuzione odierna delle misure cautelari sono stati supportati dalla Rete “@ON” finanziata dall’UE (Progetto “ISF4@ON” con Project Leader la Direzione Investigativa Antimafia), e dal progetto I-Can (Interpol Cooperation against ‘ndrangheta), avviato nel 2020 sotto l’egida di Interpol, che agevola rapidi scambi di informazioni e il coordinamento di operazioni internazionali per il sequestro di asset finanziari ed economici ovvero per localizzare e i soggetti attinti da misure cautelari. Gli esiti dei complessi approfondimenti investigativi, accolti nella ordinanza cautelare, hanno consentito di delineare, sul piano cautelare, la gravità indiziaria circa l’operatività di un’associazione, dedita al traffico di sostanza stupefacente, con base operativa in provincia di Cosenza (Cassano allo Jonio, Corigliano Calabro e la Sibaritide), ramificata anche in Germania, attraverso l’organizzazione di importazioni di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, eroina e hashish. Contestualmente alle misure cautelari personali, i militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione al provvedimento con il quale il G.I.P. ha disposto il sequestro di società, ditte individuali, fabbricati, terreni, autoveicoli e motoveicoli, per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro, ritenuto sproporzionato rispetto ai redditi e alle attività economiche svolte da alcuni degli indagati. La gravità indiziaria acquisita a livello cautelare ha riguardato, altresì, la struttura e il modus operandi di un’altra associazione radicata in Corigliano-Rossano, finalizzata al traffico, sul territorio, di sostanze stupefacente, in particolare marijuana e hashish.