È forse troppo presto per dire addio ai festeggiamenti natalizi in famiglia ma, per novità a riguardo, bisognerà ancora attendere. Tutto dipenderà dall’andamento della curva epidemiologica. Senza un miglioramento della curva dei contagi è difficile, infatti, immaginare i cenoni della Vigilia o i pranzi del 25 dicembre. La speranza è che il quadro generale possa migliorare e permettere un Natale con qualche restrizione in meno e senza coprifuoco.
Rt e rapporto positivi-tamponi
Rt e rapporto positivi-tamponi
“Considereremo la curva epidemiologica che avremo a dicembre, ma il Natale non lo dobbiamo identificare solo con lo shopping, fare regali e dare un impulso all’economia”, ha affermato il premier Giuseppe Conte. L’obiettivo del Governo, secondo quanto riportato dal Messaggero, sarebbe riportare l’indice di contagi nazionali Rt sotto la soglia massima di 1 ed il rapporto tra nuovi contagiati e tamponi effettuati al 10% circa. In base all’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità, nelle regioni da subito inserite nella zona rossa, l’indice Rt sarebbe sceso dall’1.7 all’1.4.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, in un’intervista a La Stampa ha dichiarato: “Resto molto prudente, ma i nostri esperti del Cts ci dicono che la curva dei contagi si va stabilizzando. È ancora presto per dirlo, ma ci sono valide ragioni per credere che le ultime misure comincino a dare qualche risultato. I prossimi 7-10 giorni saranno decisivi. Il ministro ha però dribblato le domande sul Natale. “Bisogna concentrarsi su cosa succederà alla fine della prossima settimana: è su questo che ci giochiamo tutto, non sul cenone del 24 dicembre”.
“Inaccettabile riaprire tutto a Natale”
Anche Andrea Crisanti, professore ordinario di microbiologia e virologia, è tornato a parlare della questione Coronavirus e Natale. “Sarebbe moralmente inaccettabile se riaprissimo tutto a Natale, per fare tutto il casino fatto in Sardegna quest’estate e ricominciare dall’inizio”, ha asserito il medico intervenendo stamani su Rai3. “Nessun allentamento delle misure restrittive per cenoni e riunioni familiari – ha concluso Crisanti -, che invece dovrebbero essere limitati al massimo per impedire di ritrovarci a gennaio alle prese con una terza ondata”.
Semaforo verde?
Salvare il Natale è la richiesta di commercianti e ristoratori, tra le categorie più colpite dai blocchi, ma non solo. Pensare, però, a un semaforo verde per tutta Italia rimane inverosimile. Ci saranno molto probabilmente regioni che manterranno misure restrittive più dure di altre. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha espresso timori in vista delle feste: “Pensare che Natale faccia eccezione è sbagliato, anche se l’auspicio è di arrivarci con l’Rt più basso possibile. Non si può pensare di festeggiare come eravamo abituati.”
Le notizie del Vaccino di Pfizer e Moderna, nel frattempo, danno speranze ma non per l’immediato. Anche in Vaticano si prospetta un Natale a “porte chiuse”: la celebrazione della Messa del 24 sera in basilica con il Papa sarà aperta ad un numero contingentato di fedeli.
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