Naufragio Cutro, il comandante generale della Guardia costiera: “Ho la coscienza a posto”

Nicola Carlone a SkyTg24: "Dovremo sicuramente rifletterci e siamo sicuri che la magistratura farà chiarezza"

“Abbiamo la coscienza a posto, abbiamo fatto quello che si doveva fare. Quando c’è una tragedia uno si sente vicino a chi ha sofferto e Cutro è stata una grande tragedia. Dovremo sicuramente rifletterci e siamo sicuri che la magistratura farà chiarezza”. Lo ha detto il comandante generale della Guardia costiera, ammiraglio Nicola Carlone, a SkyTg 24, in relazione al naufragio sulle coste crotonesi. Per Carlone “è lo spiaggiamento che ha creato il pericolo: quella nave ha navigato per quattro giorni attraverso le isole greche, era quindi in grado di navigare”. 

Le navi delle ong, ha proseguito l’ammiraglio, “fanno soccorso, svolgono il loro lavoro in mare. Non c’è nessuna guerra. Di queste unità, in dieci sono ripartite: solo un paio sono state fermate, anche per salvaguardare la nave stessa”. Inoltre, ha puntualizzato, non decide la politica se intervenire su un’imbarcazione in difficoltà: le “operazioni di soccorso sono valutate ai più bassi livelli, tenuto conto della necessità di intervenire in tempi rapidissimi. Il primo centro che riceve la chiamata, può essere Reggio Calabria o Palermo o un altro, valuta la situazione e attiva i mezzi per intervenire: normalmente il mezzo migliore è quello più vicino. Il Centro nazionale di Roma coordina”.

Le navi delle ong, ha proseguito l’ammiraglio, “fanno soccorso, svolgono il loro lavoro in mare. Non c’è nessuna guerra. Di queste unità, in dieci sono ripartite: solo un paio sono state fermate, anche per salvaguardare la nave stessa”. Inoltre, ha puntualizzato, non decide la politica se intervenire su un’imbarcazione in difficoltà: le “operazioni di soccorso sono valutate ai più bassi livelli, tenuto conto della necessità di intervenire in tempi rapidissimi. Il primo centro che riceve la chiamata, può essere Reggio Calabria o Palermo o un altro, valuta la situazione e attiva i mezzi per intervenire: normalmente il mezzo migliore è quello più vicino. Il Centro nazionale di Roma coordina”.

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