Naufragio migranti a Cutro, l’inchiesta prosegue: sarà ascoltato lo scafista minorenne

Secondo i legali di un gruppo di familiari delle vittime della tragedia “sono tanti i fatti oggettivi che meritano approfondimento nel procedimento penale contro persone note o contro ignoti che é stato aperto”
naufragio migranti cutro

Le normative e le convenzioni nazionali ed internazionali “stabiliscono in maniera univoca il primato assoluto dell’obbligo di salvaguardare la vita umana in mare, rispetto a tutte le altre finalità connesse alla sorveglianza delle frontiere marittime: l’obbligo di ricerca e soccorso in mare è disposizione di diritto consuetudinario chiara, precisa e incondizionata”. Lo scrive, nella memoria presentata martedì alla Procura della Repubblica di Crotone, il pool di avvocati che assiste gratuitamente un gruppo di familiari delle vittime del naufragio del barcone carico di migranti del 26 febbraio a Steccato di Cutro.

“A questo complesso di norme – affermano gli avvocati Luigi Li Gotti, Mitja Gialuz, Vincenzo Cardone e Francesco Verri – occorre aggiungere che il Consiglio d’Europa ha precisato che le imbarcazioni che trasportano rifugiati, richiedenti asilo e migranti sono invariabilmente sovraffollate, inadatte a lunghi viaggi, soprattutto in caso di mare mosso, e non hanno generalmente un equipaggio competente, né attrezzature per la navigazione. Di conseguenza, tali imbarcazioni dovrebbero essere considerate in pericolo sin dal momento stesso in cui iniziano il loro viaggio”.

“A questo complesso di norme – affermano gli avvocati Luigi Li Gotti, Mitja Gialuz, Vincenzo Cardone e Francesco Verri – occorre aggiungere che il Consiglio d’Europa ha precisato che le imbarcazioni che trasportano rifugiati, richiedenti asilo e migranti sono invariabilmente sovraffollate, inadatte a lunghi viaggi, soprattutto in caso di mare mosso, e non hanno generalmente un equipaggio competente, né attrezzature per la navigazione. Di conseguenza, tali imbarcazioni dovrebbero essere considerate in pericolo sin dal momento stesso in cui iniziano il loro viaggio”.

I “fatti oggettivi”

Secondo lo stesso pool di legali “sono tanti i fatti oggettivi che meritano approfondimento nel procedimento penale contro persone note o contro ignoti che é stato aperto”. E tra tali “fatti oggettivi” i legali chiedono, in particolare, “se la Guardia di Finanza, preso atto che le condizioni meteomarine rendevano impossibile la navigazione della sua motovedetta, abbia segnalato la circostanza alla Capitaneria di porto di Crotone e come, nel caso, abbia risposto quest’ultima”.

Nella giornata di ieri, nel frattempo, non sono stati trovati i corpi di altre vittime del naufragio. Le ricerche, così come è stato chiesto esplicitamente dai familiari delle persone che risultano ancora disperse nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi col premier Giorgia Meloni, andranno avanti ad oltranza, sia in mare che sull’arenile, in tutto il comprensorio del Crotonese.

L’incidente probatorio

Nella giornata odierna, davanti al gip del Tribunale dei minorenni a Catanzaro, è fissato l’incidente probatorio a carico del diciassettenne pakistano che sarebbe stato uno dei quattro scafisti del barcone naufragato. Nell’occasione saranno sentiti alcuni dei superstiti per metterli a confronto con il minore, che attraverso il suo legale continua a negare ogni responsabilità. Non si hanno notizie invece, attualmente, sulla data in cui avrà luogo l’incidente probatorio chiesto dalla Procura della Repubblica di Crotone a carico dei tre presunti scafisti maggiorenni, due turchi ed un pakistano.

La Procura di Roma intanto ha trasmesso a Crotone l’incartamento relativo all’esposto presentato nei giorni scorsi dai parlamentari Ilaria Cucchi, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, in cui si chiedeva di valutare eventuali responsabilità ministeriali nella macchina dei soccorsi in relazione al naufragio di Cutro.

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