di Gabriella Passariello- Avrebbero seminato il panico a Cirò Marina nel Crotonese, danneggiando macchine e moto la notte del 14 agosto dell’anno scorso, utilizzando un fucile, due pistole, quattro spranghe in ferro con scene da far west. E per loro la Dda di Catanzaro, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato. A processo Cataldo Cornicello, 43 anni, di Cirò Marina; Gianfranco Musacchio, 34 anni, di Cirò Marina; Pasquale Passarelli, 45 anni, di Napoli, Dennis Cornicello, 20 anni, di Cirò Marina; Francesco Dell’Aquila, 50 anni, di Cirò Marina; Antony Dell’Aquila, 19 anni, di Cirò Marina e Salvatore Dell’Aquila, 45 anni, di Cirò Marina, destinatari di sette misure cautelari (LEGGI), accusati a vario titolo di porto illegale in luogo pubblico di armi clandestine o comuni da sparo, ricettazione, danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio, reati aggravati dal metodo mafioso. Francesco dell’Aquila è accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale.
Il tentato speronamento all’auto de carabinieri
Il tentato speronamento all’auto de carabinieri
Secondo le ipotesi accusatorie, quest’ultimo per assicurarsi l’impunità, intercettato dalla pattuglia dell’Aliquota radiomobile dei carabinieri, avrebbe effettuato a bordo della sua auto manovre pericolose per l’incolumità pubblica, attraversando il lungomare di Cirò Marina e le vie limitrofe, in un momento in cui vi era molta gente sul posto, premendo sull’acceleratore e tentando di speronare l’auto dei carabinieri con il chiaro intento di mandarla fuori strada, impedendo ai pubblici ufficiali di compiere un atto del proprio ufficio. L’obiettivo dei presunti autori della sparatoria, ritenuti dagli inquirenti vicini alla locale di ‘ndrangheta di Cirò Marina, un pensionato di 78enne del luogo e il figlio 51enne, allevatore. Un drammatico episodio documentato dai filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona, ma anche dalla testimonianza delle vittime e di persone che avrebbero assistito alla scena.
La lite che culmina nella sparatoria
Nella notte del 14 agosto 2022 dopo le 2, quattro colpi di pistola raggiungono un’auto parcheggiata dinnanzi al cancello dell’abitazione di un pensionato e pochi istanti dopo analoghi colpi di arma da fuoco vengono sparati contro la macchina del figlio 51enne. Entrambi si recano nella pineta comunale per constatare che non fosse stata data alle fiamme una capanna ubicata in un terreno datogli in concessione dal Demanio e all’interno del quale avevano anche dei bovini già in passato oggetto di attentato. Padre e figlio ritenendo che gli atti intimidatori fossero stati compiuti da Gianfranco Musacchio e Cataldo Cornicello, si recano a casa di quest’ultimo. L’allevatore chiede conto del danneggiamento e schiaffeggia Cataldo Cornicello. Da qui sarebbe nata una lite a seguito della quale Cornicello utilizzando un’asta in ferro colpisce all’addome il 51enne. Intorno alle 3 scatta l’operazione punitiva contro la casa dell’allevatore: spari ad altezza d’uomo e auto distrutte a sprangate. Sparavano e gridavano: “Esci fuori cornuto, vediamo se hai le palle», «Stasera t fazz passà nu guaio”. Ad identificare gli indagati, si legge nell’ordinanza, in parte la dichiarazioni delle persone offese, che hanno individuato in Cataldo Cornicello, Passarelli e Musacchio coloro che hanno sparato in direzione dell’abitazione, in parte gli stessi militari accorsi sul posto e altri ancora sono stati individuati dai sistemi di videosorveglianza nella casa di Cornicello, sequestrati in seguito ad una perquisizione. Gli indagati, assistiti dai loro difensori nei termini di legge potranno avanzare richiesta di rito abbreviato.