I fratelli Franco, Pasqualino e Marcello Perri, a cui le fiamme gialle di Catanzaro hanno sequestrato stamane beni per 800 milioni di euro (LEGGI), “costituiscono gli imprenditori di riferimento delle cosche operanti nel comprensorio lametino, in quanto asservendo le aziende di cui sono titolari agli interessi e alle esigenze dell’associazione ‘ndranghetista, sono legati a quest’ultima da un illecito accordo a prestizioni corrispettive, di reciproco e mutuo vantaggio”. Questo è quanto si legge nel decreto di sequestro dei loro beni disposto dal tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Dda.
I Perri – secondo gli inquirenti -, avrebbero “ottenuto ingenti profitti grazie all’intermediazione mafiosa e in violazione delle regole del libero mercato”. Grazie all’intervento della ‘ndrangheta, le loro aziende avrebbero ottenuto il monopolio nelle attività di interesse. Franco, Pasqualino e Marcello Perri sono figli di Antonio, ucciso il 10 marzo 2003 a Lamezia Terme, davanti a un supermercato di sua proprietà, mentre si accingeva a realizzare il centro commerciale “Due Mari”, uno dei più grandi della Calabria, sequestrato stamane.
I Perri – secondo gli inquirenti -, avrebbero “ottenuto ingenti profitti grazie all’intermediazione mafiosa e in violazione delle regole del libero mercato”. Grazie all’intervento della ‘ndrangheta, le loro aziende avrebbero ottenuto il monopolio nelle attività di interesse. Franco, Pasqualino e Marcello Perri sono figli di Antonio, ucciso il 10 marzo 2003 a Lamezia Terme, davanti a un supermercato di sua proprietà, mentre si accingeva a realizzare il centro commerciale “Due Mari”, uno dei più grandi della Calabria, sequestrato stamane.
“Compartecipe della cosca Iannazzo”
Antonio Perri, secondo gli inquirenti, sarebbe stato ucciso dal clan Torcasio perché vicino alla potente cosca lametina della famiglia Iannazzo. Francesco Perri, morto il padre ed ereditati, insieme ai fratelli, tutti i suoi beni, sarebbe diventato il “dominus” delle attività di famiglia ed è indagato per associazione mafiosa come compartecipe della cosca Iannazzo oltre che per altri reati, fra cui lesioni pluriaggravate nei confronti del fratello Marcello commissionate proprio al clan Iannazzo. Francesco Perri, secondo gli inquirenti, commissionò alla cosca la gambizzazione di Marcello quando, a causa di contrasti insorti nella gestione delle attività di famiglia, minacciò di cedere le sue quote societarie.
Ecco come il clan avrebbe sostenuto gli interessi di Perri
La cosca Iannazzo avrebbe sostenuto gli interessi di Francesco Perri impedendo l’apertura di supermercati da parte di una nota catena commerciale concorrente o intervenendo per allontanare dei giovani che infastidivano i clienti davanti a una delle sue rivendite. Il clan sarebbe anche intervenuto quando qualcuno trafugò la salma di Antonio Perri facendo in modo che fosse ritrovata. Perri, in sostanza, avrebbe instaurato con la famiglia Iannazzo un rapporto “sinallagmatico” che gli avrebbe consentito, tra le altre cose, di avere il monopolio sulla distrubuzione di generi alimentari, attraverso i suoi supermercati, a Lamezia Terme.
Società sportive
Ci sono anche le quote di due società sportive fra i beni sequestrati stamani dalla Guardia di Finanza di Catanzaro, su mandato della Dda del capoluogo calabrese, ai fratelli Franco, Pasqualino e Marcello Perri, noti imprenditori di Lamezia Terme (Cz). Si tratta di alcune quote societarie della Vigor Lamezia e della squadra di volley Pallavolo Lamezia. La Vigor 1919, società attualmente militante nel campionato di Prima Categoria, dal suo canto “sottolinea la propria estraneità dalla Vigor Lamezia Srl, le cui quote appartenenti agli indagati son state oggetto di sequestro”.
Il sequestro ha riguardato 22 complessi aziendali, comprendenti uno dei centri commerciali più grandi della Calabria, il “Due Mari” di Maida, in provincia di Catanzaro; 19 ipermercati; attività di commercio di autoveicoli e di rivendita di motocicli e ciclomotori; attività operanti nei settori della costruzione di edifici residenziali e non residenziali; intermediazione finanziaria; recupero e riciclaggio di cascami e rottami metallici; produzione di gelati; gestione di impianti polivalenti; locazioni immobiliari; partecipazioni in 34 società, attive nei settori della grande distribuzione alimentare, rivendita di autovetture, ottica, commercio al dettaglio di generi alimentari, ristorazione, immobiliare, ed anche 26 fabbricati fra cui 2 ville di lusso; 42 terreni; 19 autoveicoli tra i quali una Ferrari; 4 motoveicoli di lusso; una ditta individuale, operante nel settore della ristorazione; tutti i rapporti bancari intestati o riconducibili ai proposti e ai loro familiari.
L’elenco dei beni sequestrati
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