‘Ndrangheta a Lamezia, processo “Filorosso”: sette condanne rideterminate in Appello

anno giudiziario degli avvocati

di Mimmo Famularo – Un’assoluzione, sette condanne rideterminate e altre due confermate. E’ la sentenza emessa della Corte d’appello di Catanzaro (presidente Anna Maria Saullo, consigliere Maria Rosaria Di Girolamo e Giuseppe Perri) nei confronti dei nove imputati coinvolti nell’operazione della Dda denominata in codice “Filo Rosso” contro alcuni affiliati alle cosche di ‘ndrangheta di Lamezia Terme.

Le pene rideterminate

Le pene rideterminate

I giudici hanno rideterminato le pene sentenziate in primo grado per Giovanni Gianluca Notarianni al quale sono stati inflitti 16 anni, due mesi e 20 giorni di reclusione (il sostituto procuratore generale Adalgisa Rinardo aveva chiesto 16 anni e 6 mesi); 11 anni e 8 mesi di reclusione per Saverio Giampà (la pubblica accusa aveva invocato 15 anni); 8 anni, 7 mesi e 10 giorni per Luigi Leone (chiesti 9 anni); 8 anni, 7 mesi e 10 giorni per Giuseppe Cappello (l’accusa aveva richiesto 9 anni); 4 anni, 5 mesi e 10 giorni più 1600 euro di multa per Michele Bentornato (erano stati invocati 8 anni e 4 mesi); un anno e 4 mesi di reclusione per Michael Mercuri e 4 anni, 5 mesi e 10 giorni con 1600 euro di multa per Alberto Giampà.

L’assoluzione e la conferma delle condanne

I giudici della seconda sezione della Corte d’appello di Catanzaro hanno invece confermato la pena inflitta in primo grado nei confronti di Pasquale Notarianni per il quale il sostituto procuratore aveva invocato una condanna a 10 anni e 8 mesi di reclusione; e per Fabio Vescio, per il quale l’accusa aveva chiesto 3 anni e 8 mesi. Assolto perché il fatto non sussiste di Roberto Castaldo. Nel collegio difensivo erano impegnati gli avvocati Larussa, Gambardella, Viscomi, Canzoniere, Careri, Marchese.

Operazione “Filo rosso”

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, intimidazioni e spaccio nel comune di Lamezia Terme. In primo grado il Comune di Lamezia Terme e l’associazione Antiracket Lamezia si sono costituiti parte civile ottenendo il riconoscimento rispettivamente di 60mila e 10mila euro. Il blitz, scattato il 28 giugno 2017, ha portato all’arresto di nove persone ritenute appartenenti alla cosca Giampà di Lamezia.

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