Il caso

‘Ndrangheta a Milano, nipote del boss apre un bar. Il sindaco contro i cittadini: “Amici dei mafiosi”

Il caso a Buccinasco. La nipote di Rocco Papalia, 30 anni di carcere, apre un bar. Il sindaco Pruiti si scontra con i familiari

 

Marika Barbaro, 23 anni, incensurata, nipote di Rocco Papalia, apre un bar a Milano, suscitando l’indignazione di Rino Pruiti, sindaco di Buccinasco dove la ‘ndrangheta ha messo radici da decenni attraverso  gli esponenti del clan Papalia-Barbaro come attestato da numerose inchieste e sentenze definitive. L’insofferenza del primo cittadino, che si è scontrato sui social con la madre della ragazza, Serafina ‘Sara’ (così si fa chiamare) Papalia, è rivolta anche verso i concittadini che hanno espresso sostegno all’iniziativa imprenditoriale. “Nei giorni scorsi ho appreso da mie fonti che la nipote di Rocco Papalia ha aperto un bar in via Lodovico Il Moro a Milano, a pochi metri dal ‘confine’ con Buccinasco – racconta Pruiti all’AGI – come poi confermato da un post su Facebook attraverso cui  la madre della ragazza annunciava di cercare personale per l’avvio del locale. Ho avvertito il prefetto e, come consigliere metropolitano, anche il sindaco di Milano, per fare gli accertamenti del caso e capire chi sia titolare del bar. Noi facciamo di tutto per bloccare queste persone e loro aprono tranquillamente un bar che sarà costato centinaia di migliaia di euro. ‘Frutto di sacrifici’, ha scritto la madre, ma quali sacrifici può avere fatto una ragazza di 23 anni per mettere da parte così tanti soldi?. Tra l’altro i Papalia continuano a piangere miseria lamentando difficoltà economiche”.

Marika Barbaro, 23 anni, incensurata, nipote di Rocco Papalia, apre un bar a Milano, suscitando l’indignazione di Rino Pruiti, sindaco di Buccinasco dove la ‘ndrangheta ha messo radici da decenni attraverso  gli esponenti del clan Papalia-Barbaro come attestato da numerose inchieste e sentenze definitive. L’insofferenza del primo cittadino, che si è scontrato sui social con la madre della ragazza, Serafina ‘Sara’ (così si fa chiamare) Papalia, è rivolta anche verso i concittadini che hanno espresso sostegno all’iniziativa imprenditoriale. “Nei giorni scorsi ho appreso da mie fonti che la nipote di Rocco Papalia ha aperto un bar in via Lodovico Il Moro a Milano, a pochi metri dal ‘confine’ con Buccinasco – racconta Pruiti all’AGI – come poi confermato da un post su Facebook attraverso cui  la madre della ragazza annunciava di cercare personale per l’avvio del locale. Ho avvertito il prefetto e, come consigliere metropolitano, anche il sindaco di Milano, per fare gli accertamenti del caso e capire chi sia titolare del bar. Noi facciamo di tutto per bloccare queste persone e loro aprono tranquillamente un bar che sarà costato centinaia di migliaia di euro. ‘Frutto di sacrifici’, ha scritto la madre, ma quali sacrifici può avere fatto una ragazza di 23 anni per mettere da parte così tanti soldi?. Tra l’altro i Papalia continuano a piangere miseria lamentando difficoltà economiche”.

I messaggi cancellati dal sindaco

Chi abbia messo i soldi per l’acquisto del bar non è al momento chiaro. Marika è sposata ed è figlia di Serafina ‘Sara’ Papalia, figlia del boss Rocco tornato libero dopo avere scontato 30 anni di carcere, e di Salvatore Barbaro, condannato a 9 anni nell’inchiesta ‘Cerberus’. Il sindaco ha cancellato i messaggi scritti da Serafina ‘Sara’ Papalia sotto al post in cui scriveva che ‘A Buccinasco non abbiano solo mafiosi ma anche insospettabili amici di mafiosi’  e anche quelli di chi era solidale con lei, non ritenendoli degni di apparire nel suo profilo istituzionale. Ha però conservato gli screenshot. “Carissimo, sono Sara Papalia – si legge in uno di questi -. Volevo chiarire giusto per voi che parlate a vanvera  come al solito che il bar non è assolutamente dei Papalia come scrive nel post. E poi perché parlare al plurale! Dei! Ognuno di noi ha la propria famiglia! Il bar è di mia figlia, ragazza di 23 anni sposata con la sua di famiglia. Non hanno diritto nemmeno a crearsi un futuro?. Uccideteci tutti…”. Alcuni concittadini hanno accusato Pruiti di aver diffamato la titolare del bar dandole della mafiosa e di far ricadere le colpe dei padri sui figli. “Queste persone le ho volute incontrare una a una, sono normalissimi cittadini – dice Pruiti -. Qualcuno ha capito, altri sono rimasti innervositi dalla mia definizione di ‘amici’ dei mafiosi. E’ una reazione che mi rattrista anche se la maggior parte dei cittadini condivide le mie perplessità”.   
 

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