‘Ndrangheta, arrestato sindaco appena eletto al Consiglio regionale

Consiglio regionale

Risvolti politici nell’operazione “Eyphemos”, eseguita questa mattina dalla Polizia di Stato nel corso della quale, nella provincia di Reggio Calabria, Milano, Bergamo, Novara, Lodi, Pavia, Ancona, Pesaro Urbino e Perugia, sono stati eseguiti numerosi arresti e perquisizioni nei confronti di capi e gregari di un’articolazione della ‘ndrangheta reggina operante a Sant’Eufemia d’Aspromonte (RC) in seno al mandamento tirrenico, alle dipendenze della potente cosca di Sinopoli (RC) facente capo alla famiglia Alvaro.

Nell’inchiesta è coinvolto anche Domenico Creazzo, neoeletto consigliere regionale di Fratelli d’Italia sindaco di Sant’Eufemia e vicepresidente del parco dell’Aspromonte, assieme ad un parlamentare per il quale è stata presentata richiesta di autorizzazione a procedere all’arresto. Il clan ha anche una sua propaggine in Lombardia,  nel Pavese, oltre che in Australia dove è presente un locale di ‘ndrangheta, dipendente direttamente dalla casa-madre calabrese degli Alvaro. Le indagini sono state condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato  di Polizia di Palmi. In tutto 65 i provvedimenti restrittivi eseguiti.

Nell’inchiesta è coinvolto anche Domenico Creazzo, neoeletto consigliere regionale di Fratelli d’Italia sindaco di Sant’Eufemia e vicepresidente del parco dell’Aspromonte, assieme ad un parlamentare per il quale è stata presentata richiesta di autorizzazione a procedere all’arresto. Il clan ha anche una sua propaggine in Lombardia,  nel Pavese, oltre che in Australia dove è presente un locale di ‘ndrangheta, dipendente direttamente dalla casa-madre calabrese degli Alvaro. Le indagini sono state condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Commissariato  di Polizia di Palmi. In tutto 65 i provvedimenti restrittivi eseguiti.

Secondo l’accusa, nel coltivare e realizzare il progetto di candidarsi e vincere le elezioni regionali del 26 gennaio scorso, Creazzo si sarebbe rivolto alla ‘ndrangheta, e in particolare a Domenico Laurendi, elemento in grado di procacciare voti in cambio di favori e utilità grazie alle sue aderenze con figure apicali della cosca Alvaro, prima attraverso il fratello Antonino Creazzo, e poi direttamente, al fine di sbaragliare gli avversari politici. Creazzo è stato eletto nella lista di Fratelli d’Italia.

Dalle intercettazioni a carico di Antonino Creazzo, scrivono gli investigatori, sarebbe emerso uno spaccato professionale di Domenico Creazzo “non limpido, anche in relazione alla sua funzione di Presidente del Parco dell’Aspromonte nel cui svolgimento – si fa rilevare – risulterebbe avere assecondato varie richieste a fini puramente clientelari. Ciò che emerge chiaramente dalle indagini – si legge ancora – è che per motivi di strategia e di opportunità, si era quindi statuito che Domenico Creazzo evitasse frequentazioni o anche il semplice accompagnamento con soggetti notoriamente inseriti nell’ambiente della criminalità organizzata e portasse avanti una campagna elettorale sobria.

L’intendimento, però, – secondo Polizia e Dda – non era quello di chiudere le porte alla ‘ndrangheta, il cui bacino di voti avrebbe potuto fare la differenza con gli altri candidati, tanto che si era pensato non di rinunciare a quel tipo di sostegno, quanto di delegarne la richiesta ad intermediari che, in quanto meno esposti pubblicamente, avrebbero potuto relazionarsi, dando meno nell’occhio, con gli ambienti mafiosi”. La conduzione “spregiudicata” della campagna elettorale di Domenico Creazzo, pertanto, era stata delegata a suo fratello Antonino.

Redazione Calabria 7

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