‘Ndrangheta, aula bunker a Lamezia: lo Stato ‘sfida’ i clan

aula bunker Lamezia

Tre accessi separati, 3.300 metri quadrati, una lunghezza di 103 metri e una larghezza di 34, una capienza nell’ordine del migliaio di persone, distanziate tra loro per rispettare le prescrizioni anti Covid. Sono i numeri imponenti della prima aula bunker nata in Calabria, nell’area ex Sir di proprietà della Regione a Lamezia Terme, per ospitare, dallo scorso 13 gennaio, il più grande processo contro la ‘ndrangheta finora mai celebrato, quello scaturito dall’inchiesta Rinascita-Scott coordinata dalla Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Nicola Gratteri.

Lotta alla mafia

Lotta alla mafia

L’aula bunker di Lamezia Terme è diventata al tempo stesso un luogo fisico ma anche simbolico della sfida dello Stato alle cosche e dell’impegno delle istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata. Lo hanno rimarcato anche i protagonisti di questa inedita pagina di efficienza della macchina organizzativa e amministrativa dello Stato, inedita perché l’allestimento dell’aula bunker è avvenuto al fondo di lavori particolarmente impegnativi e soprattutto in tempi record, poco più di 5 mesi dalla firma del contratto di concessione in comodato d’uso gratuito dell’immobile, sottoscritto il 24 luglio tra la Regione, all’epoca guidata dalla governatrice Santelli, e il ministero della Giustizia: il contratto è stato sottoscritto dopo la convenzione tra il dicastero di Via Arenula e il commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, mentre il costo complessivo dell’intera operazione è stato pari a 4,778 milioni, secondo stime ministeriali.

“Questa aula bunker è un segnale di presenza dello Stato in Calabria, perché deve essere chiaro che i processi di ndrangheta, si celebrano in questa terra”, ha detto l’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede il 15 dicembre, nel corso di un suo sopralluogo nell’aula bunker. E all’aula bunker di Lamezia Terme Bonafede ha fatto ritorno anche in una delle sue ultime apparizioni pubbliche da Guardasigilli, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Catanzaro, celebrata il 30 gennaio. “Nel contesto del Piano nazionale di ripresa e resilienza, è previsto lo stanziamento di 470 milioni per l’edilizia giudiziaria.

Messaggio di democrazia

La particolare attenzione rivolta dal ministero a questo tema è testimoniata anche dalla realizzazione, in 5 mesi, di questa aula bunker, con la fondamentale collaborazione dei componenti della Conferenza permanente, del commissario Arcuri, della Regione Calabria e dell’Agenzia del Demanio, che ringrazio”, ha concluso Bonafede. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, per il quale l’allestimento dell’aula bunker a Lamezia Terme è un “messaggio di democrazia e di forza dello Stato nel territorio, capace di realizzare una struttura enza necessità di emigrare e con il fine di creare un rapporto stretto, locale tra comunità e processo”. A dare un impulso decisivo alla realizzazione dell’aula bunker è stato il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha letteralmente mosso mare e monti per ottenere un risultato sicuramente storico per la Calabria.

“È importante – ha sostenuto Gratteri – che il processo ‘Rinascita Scott’- si svolga qui, per dimostrare che i calabresi non sono il popolo delle incompiute. Che quando ci si siede attorno a un tavolo e si è tutti dalla stessa parte è possibile realizzare delle opere complete con grande efficienza. Dobbiamo dimostrare di essere quelli che siamo: efficienti. Ed è anche un segnale per la gente: può fidarsi di noi. Prova ne è che negli ultimi periodi anche negli ultimi anni c’è stato un grande avvicinamento da parte della gente che ha denunciato”. Da due settimane, l’aula bunker è pienamente operativa, dopo il trasferimento a Lamezia del maxi processo “Rinascita Scott” dall’aula bunker di Rebibbia a Roma, dove si sono tenute le prime udienze.

I numeri dell’aula

La capienza dell’aula è di 947 posti, considerato il rispetto del distanziamento sociale imposto dalle norme per contrastare il contagio da Covid, 428 posti sono riservati agli avvocati, 253 agli imputati a piede libero, 68 agli imputati detenuti (in celle), 198 sono a disposizione del pubblico e delle parti civili, in più c’è la possibilità di fare 150 videocollegamenti in contemporanea.

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