‘Ndrangheta, beni per 8 milioni confiscati a imprenditore

Secondo quanto ricostruito dalla Finanza gli arrestati utilizzavano termini criptici e codificati per parlare con i propri debitori

Beni per 8 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria all’imprenditore cinquantenne P. A.

I militari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. Il destinatario, sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, sarebbe contiguo alle cosche di ‘ndrangheta degli Iamonte di Melito Porto Salvo (RC) e dei Piromalli di Gioia Tauro (RC).

I militari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. Il destinatario, sottoposto alla sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno, sarebbe contiguo alle cosche di ‘ndrangheta degli Iamonte di Melito Porto Salvo (RC) e dei Piromalli di Gioia Tauro (RC).

Il provvedimento si basa sulle indagini della Guardia di Finanza, dalle quali sarebbe emerso che l’imprenditore era, da tempo, in affari con la ‘ndrangheta, avendo avviato e accresciuto le proprie attività grazie agli appoggi delle predette cosche. Le investigazioni hanno preso spunto dalle risultanze dell’operazione di polizia “Ada”, conclusasi con l’esecuzione, nel corso del 2013, di arresti nei confronti di numerosi affiliati alla cosca Iamonte per il reato, tra gli altri, di associazione di tipo mafioso.

L’attività condotta dalla Guardia di Finanza, supportata dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, avrebbe consentito di appurare come il destinatario del provvedimento non solo conoscesse da tempo i vertici della cosca Piromalli ma li frequentasse e si rapportasse con loro in virtù dei comuni interessi focalizzati sia sul territorio calabrese ma anche in Emilia Romagna, Lazio e Lombardia. La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale D.D.A., con due diversi provvedimenti risalenti al 2018 ed al 2019 aveva disposto il sequestro del patrimonio illecitamente accumulato dall’imprenditore. La confisca riguarda il patrimonio riconducibile all’imprenditore reggino, costituito dal compendio aziendale di diverse imprese, quote societarie, immobili, autoveicoli e rapporti finanziari.

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