L’indagine Krimisia (dal nome greco di Cirò Marina) della Dda milanese, aveva disvelato le infiltrazioni del clan Farao-Marincola nella provincia di Varese, dove era stato costituito il “locale” di Lonate Pozzolo, Comune in cui risiede una folta colonia di individui originari del Cirotano. In particolare – si legge in una nota dell’avvocato Francesco Lojacono -, si era alzato il sipario sui rapporti del gruppo con taluni politici locali e sui relativi interessi nella gestione dei parcheggi dell’aeroporto di Malpensa ed in numerose altre attività economico imprenditoriali.
Le indagini
Le indagini
Le indagini avevano portato all’emissione di oltre venti ordinanze cautelari, eseguite nel luglio del 2019, e nelle relative condanne inflitte dal gup del Tribunale di Milano, poi confermate dalla Corte d’Appello. A capo del “locale” di Legnano/Lonate Pozzolo, erano stati individuati Vincenzo Rispoli e Mario Filippelli, che dopo aver espiato le condanne riportate nel precedente procedimento “Bad Boys”, avevano ricostituito la cosca, riportando nuove condanne, rispettivamente, a 14 anni anni ed 8 mesi ed a 18 anni di reclusione.
Il ruolo di cerniera tra il clan cirotano d’origine e quello di stanza nel varesotto era stato attribuito a Spagnolo Giuseppe, elemento di spicco della cosca Farao-Marincola, che si recava periodicamente a Lonate Pozzolo per incontrare gli adepti del luogo. La Corte di Cassazione – conclude la nota del legale – ha confermato tutte le condanne, eccetto quella per associazione mafiosa riportata da Malena Cataldo (difeso dall’avvocato Francesco Lojacono) e quella per tentata estorsione riportata dal padre Malena Antonio (avvocato Jacopo Cappetta), per i quali è stato disposto l’annullamento con rinvio e la celebrazione di un nuovo processo d’appello.