‘Ndrangheta, arrestato a Genova il super latitante Pasquale Bonavota: era in chiesa a pregare

Individuato anche il covo dove il boss si nascondeva: un'abitazione nella zona nord della città. Adesso è caccia ai fiancheggiatori

Si è conclusa a Genova la fuga di Pasquale Bonavota, uno dei quattro super latitanti più ricercati. E’ stato arrestato nella mattinata di oggi, 27 aprile, al termine di un blitz condotto dai carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Vibo e Genova sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri. Bonavota, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta egemone a Sant’Onofrio e dintorni, era ricercato in quanto destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito dell’indagine Rinascita Scott perché ritenuto responsabile dei delitti di partecipazione ad associazione mafiosa col ruolo di promotore della cosca Bonavota.

Catturato nella cattedrale di Genova

Catturato nella cattedrale di Genova

Secondo quanto si è appreso è stato fermato dai carabinieri nella chiesa di San Lorenzo, la cattedrale di Genova. L’arresto è stato compiuto dai militari del reparto operativo, coordinati dal colonnello Michele Lastella, che l’hanno seguito per un tratto e poi, una volta dentro la chiesa, sono entrati in azione arrestandolo. Pasquale Bonavota aveva con sé un documento falso che tuttavia non è bastato a sfuggire alla cattura. Sarebbe anche stato individuato il covo dove il boss si nascondeva: un’abitazione nella zona nord della città. Le indagini proseguono perché adesso gli inquirenti sono concentrati sulla rete dei fiancheggiatori necessari alla copertura della latitanza. Per questo motivo sono già stati avviati ulteriori accertamenti per identificare i suoi complici e sono in corso una serie di perquisizioni.

Chi è Pasquale Bonavota

Pasquale Bonavota è il primogenito di Vincenzo Bonavota, il “patriarca” del potente clan vibonese. Nato a Vibo Valentia il 10 gennaio del 1974, era stato condannato in primo alla pena dell’ergastolo al termine del processo scaturito dall’operazione “Conquista” per poi essere assolto dalla Corte d’appello di Catanzaro. E’ riuscito a sparire nel nulla qualche ora prima dell’esecuzione dell’ordine di carcerazione disposto dall’autorità giudiziaria dopo la condanna emessa in primo grado. Quando il 19 dicembre del 2019 scattò l’operazione “Rinascita Scott” lui era già latitante. Se il fratello Domenico è considerato il capo dell’ala militare, Pasquale è invece la “mente” del clan che in provincia di Vibo Valentia è secondo solo ai Mancuso per forza e prestigio criminale. Formalmente Pasquale Bonavota è ancora incensurato. Nello scorso mese di luglio è stato assolto anche nel processo di primo grado – celebrato con rito abbreviato – dall’accusa di aver preso parte all’omicidio di Domenico Belsito, avvenuto a Pizzo nel 2004. Nei suoi confronti il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo.

Ricercato numero uno dopo la cattura di Messina Denaro

Pasquale Bonavota, già presente nell’elenco dei latitanti pericolosi, era stato inserito nel ristretto gruppo dei “latitanti di massima pericolosità del Programma Speciale di Ricerca”. La decisione di inserire nel nuovo elenco Bonavota, esponente di spicco della ‘ndrangheta locale di Sant’Onofrio, ricercato dal 2018, è stata assunta dal Giirl, il Gruppo Integrato Interforze per la ricerca dei latitanti istituito presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza con il compito di raccogliere e analizzare le informazioni, fornite dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri, dalla Guardia di Finanza, dalla Dia e poi da Aisi e Aise, utili a individuare, sulla base di specifici criteri di valutazione, i latitanti di maggiore spessore criminale.

*Nel video in alto le dichiarazioni del colonnello Luca Toti, comandante provinciale Carabinieri Vibo

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